Pesaro Cultura 2024 ha ricordato Massimo Dolcini, (1945-2005), creatore per la città di Pesaro di una “grafica di pubblica utilità” ad alto tasso innovativo inventando un universo di segni rubati, portati a nuova vita dai più inaspettati contesti e offerti, “anticipando di alcuni decenni le logiche dell’open source, al libero utilizzo dei cittadini”.
Jonathan Pierini
Nella prima fase del suo lavoro – erano gli anni ’70 del Novecento – è stata una tecnica di stampa, quella serigrafica, a dare spessore, densità ed energia alla tavolozza cromatica dei suoi manifesti. Nello scorso agosto, con questo stesso spirito, un team variegato e trasversale tra le generazioni ha messo in scena “Fuori dai manifesti, serigrafie a cielo aperto”, un evento laboratoriale e culturale con focus su questa tecnica, insegnata e realizzata dai partecipanti stessi. L’edicola di fronte al Centro Arti Visive Pescheria, in gestione della Fondazione Pescheria, è stata rivestita con giornali-manifesto evocativi della grafica del designer (o come preferiva lui stesso definirsi, “grafico condotto”) e del suo ruolo nella promozione, da parte dell’amministrazione comunale pesarese, di una “cittadinanza consapevole” e partecipe della cosa pubblica.


Lo spazio stradale tra l’edicola e il Centro Arti Visive Pescheria è stato oggetto di una vera e propria performance, realizzata dipingendo di bianco il pavimento stradale con telai di grandi dimensioni. Questo è divenuto un “enorme foglio” su cui sono stati serigrafati i disegni più iconici di Dolcini: un’esperienza unica in Italia di serigrafia su strada. Sono stati inoltre realizzati 35 telai serigrafici da tavolo per attivare i laboratori a cielo aperto. I soggetti da riprodurre sono stati scelti tra quelli del grande archivio del designer. I partecipanti potevano scegliere il loro soggetto preferito e stamparlo su un supporto a scelta (come carta, stoffa o t-shirt). Il “libero utilizzo” delle icone, portatrici della nuova comunicazione di cui Dolcini e il Comune di Pesaro sono stati i primi promotori, ha avuto successo. File di adulti e bambini hanno atteso pazientemente sotto un cocente sole agostano il loro momento per realizzare manualmente l’immagine scelta, poi esibita con evidente orgoglio. A riprova che la “lezione della comunicazione democratica apre le porte alla partecipazione e libera l’estro di chi la fa e di chi la riceve” (Silvia Veroli).

del designer.


