La casa nasce dal recupero di una volumetria demolita e ricostruita, per trasformare un vecchio ricovero agricolo nell’abitazione di un nuovo nucleo familiare. La possibilità di una sostituzione radicale della vecchia costruzione elimina ogni vincolo compositivo e permette di immaginare più liberamente uno spazio aperto, a doppia altezza, con un grande soggiorno rivolto verso la campagna, sulla quale si proietta attraverso una grande parete vetrata. Quell’unico affaccio concentra l’attenzione dei locali di abitazione verso il verde, voltando le spalle alla costruzione settecentesca presente a pochi metri di distanza dove abita il nucleo familiare originale. I tre lati rimanenti si chiudono invece quasi totalmente, le finestre si mimetizzano con la superficie dei rivestimenti esterni, costruiti con una parete ventilata a doghe di legno tinte di nero. Il volume dall’esterno sembra una piccola scatola nera, apparentemente un piccolo edificio ad un piano e quasi senza finestre, che non lascia immaginare l’esistenza di uno spazio tutt’altro che angusto, che si rivelerà del tutto inaspettato solo dopo essere entrati. La casa è infatti, per ragioni paesaggistiche e per l’esistenza di un vincolo di visuale nei confronti del vicino edificio settecentesco, ribassata nel terreno, insieme ad una corte antistante ritagliata in negativo rispetto al piano di campagna.
L’incastro dell’edificio al di sotto del piano di campagna rende l’intervento di minimo impatto, mentre il volume che si svela all’interno è in realtà più ampio. Il solaio a quota negativa, insieme al tetto inclinato, consente di ottenere nella parte più alta due piani abitabili, con un ampio volume di soggiorno interrotto parzialmente da uno spazio soppalcato. Le due camere da letto sono posizionate separatamente agli estremi dello spazio di soggiorno, entrambe servite da un proprio servizio igienico, senza alcuna comunicazione tra loro, tipica di una zona notte. Questo perché il soggiorno è centrale e vi confluisce inevitabilmente ogni azione di vita, perciò le camere vi si affacciano direttamente. La costruzione è in legno massiccio, formata da pannelli pieni di spessore pari a 85mm, preformati e assemblati per comporre pareti e solai. Sono inseriti alcuni elementi metallici, del tutto invisibili, per risolvere staticamente la particolare soluzione progettuale proposta, con lunghe luci libere. All’estradosso dell’involucro di legno è realizzato, sia sulle facciate che in copertura, una parete di rivestimento, coibentata, impermeabilizzata e ventilata, funzionale ma che costituisce la pelle e l’immagine finale.
Il nero dell’involucro, esteso anche agli infissi, è replicato all’interno nei pavimenti di legno Fabrique, concepiti da Marc Sadler con una superficie trattata come la tessitura di una stuoia. Il resto degli ambienti conserva il colore naturale dell’abete. Le porte sono sottratte alle pareti e di esse conservano lo spessore originale; gli impianti si integrano con le superfici di legno ritagliando in esse le griglie di aerazione. La grande vetrata panoramica scorrevole prolunga lo spazio di soggiorno sulla corte antistante, in trincea rispetto al piano naturale di campagna. Non poco distante il living si amplia ancora con uno spazio di soggiorno all’aperto, ancora in trincea, per accogliere le cene al barbecue d’estate. La cortina di vetro è una facciata a controllo solare, dotata di frangisole telecomandato per garantire la diversa funzione di captazione invernale o di schermatura estiva.
La casa è completamente domotizzata, tutti gli infissi e i frangisole sono attivati mediante telecomandi a distanza, così come la regolazione delle temperature e di tutte le luci realizzate con minimali strisce di LED. L’energia impiegata non utilizza fonti fossili essendo prodotta da un impianto fotovoltaico, quindi ad emissione Zero di CO. L’energia pulita, i materiali selezionati e la tecnologia dell’involucro fanno della nuova costruzione una avanzata casa di categoria NZEB (Nearly Zero Energy Buildings), capace di sostenere un consumo energetico quasi pari a Zero.