A rebel excuse not to get annoyed of summer.
Se è vero che i ribelli non chiedono mai il permesso, è altrettanto vero che non si può dire di loro che abbiano bisogno di scuse per dare seguito a un profondo desiderio. Dal momento stesso in cui lo mettono a fuoco e fino al suo raggiungimento, ogni attenzione, forza e slancio vitale vengono catalizzati da questo oggetto del desiderio – che il più delle volte a dir il vero non è un oggetto ma un’idea, se non diventa addirittura ossessione – e non vi è più spazio per altro! E per noi di Rebel House, l’ossessione profonda è stata da subito quella di dar vita a una festa in piena estate, pensata fin dal suo embrionale progetto per destare uno spettacolare scompiglio nella calda campagna marchigiana.
Così il 17 Agosto presso l’Anfiteatro romano di Castelleone di Suasa ha avuto luogo il primo festival firmato Rebel House: “Arena Rebel Fest – A rebel excuse not to get annoyed of summer” – grazie alla complicità e al sostegno del comune di Castelleone, che ha lanciato l’idea di dare prosecuzione agli interventi artistici che negli anni passati avevamo già realizzato in quello spazio.
Ad accompagnare i ribelli in questo viaggio incorniciato dalle meravigliose rovine dell’anfiteatro romano è stato Massimo Cotto. Un artista che ha potuto vantare il titolo di padrone di casa poiché già l’anno precedente aveva calcato l’arena e incantato il pubblico come oratore dal verbo mellifluo e seducente, e che vulnerabile del suo stesso incantesimo, si è lasciato compromettere al punto di assecondare questa nuova ribelle avventura, all’interno della quale ha magistralmente scandito i tempi della musica e delle parole che si sono alternate nel corso del nostro summer party. Insieme a lui abbiamo accolto il più ribelle tra gli artisti italiani! In attività da oltre trent’anni, cantautore, compositore, scrittore e personaggio pubblico controverso, acceso contestatore dello status quo e insaziabile uomo di cultura, Marco Castoldi, in arte Morgan, è stato l’ospite di punta di Arena Rebel Fest.
Dopo un’entrata ad effetto che lo ha visto protagonista di un botta e risposta con Cotto, al limite tra lo scherzo e lo screzio, ha stregato il pubblico con arie di Bach e Mozart al pianoforte, in un concerto lirico e didascalico allo stesso tempo, a dimostrazione di quanto la musica pop, rock, indie suonata fin a quel momento nell’arena, debba ancora riconoscere il proprio atteggiamento filiale nei confronti di quella classica, creatrice congenita di tutte quelle declinazioni ed espressioni indagate dalla musica odierna. Il suo concerto di un’ora e trenta è proseguito con alcuni dei suoi capolavori, scritti per i Bluvertigo e per il suo progetto solista, tra cui “Altrove” che è stata annoverata la più bella canzone italiana del nuovo millennio dalla rivista musicale Rolling Stone. Ma dato che lo avevamo scelto come il ribelle tra i ribelli, se n’è andato senza ritirare la targa col domicilio onorario di Rebel House che avevamo preparato per lui, mettendoci in condizione di non poter fare altro che invitarlo nuovamente!
A conclusione del festival però non possiamo che rendere onore al merito, perché se questa festa è esistita è stato grazie a tutti quegli artisti che nei mesi invernali hanno accolto l’invito di Rebel House a partecipare a dei concerti intimi e raccolti, che si sono fidati della nostra visione di casa sconfinata e plurale pur alla sua prima edizione e che, innamorati della musica, hanno accettato di seguirci ancora, prendendo posto in questa parata di ribelli. Ad alternarsi sul palco di Arena ci sono stati infatti anche: Giorgio Canali, Maestro Pellegrini, Gianluca De Rubertis, Sara Loreni e Anna Carol. E siccome il territorio può vantare di un bel branco di musicisti ribelli, a salire su un secondo stage all’interno dell’arena – il “palco a km zero” – avete trovato: Thek, The Fottutissimi, Anonima Straccioni, Lulu Massa e And the bear.
Le invasioni artistiche sono state poi il segno distintivo del Festival grazie agli interventi straordinari degli artisti Giovanni Gaggia – che ha affidato all’ode leopardiana Cantando va finché non more il giorno il compito di intonare l’animo della manifestazione attraverso il mezzo delicato e leggero dei tessuti volatili degli stendardi disposti sui due palchi -, e Roberto Coda Zabetta, che con l’amico e attore Maurizio Lombardi sono stati portatori di messaggi importanti attraverso la recitazione di brani e parole raccolte in eredità dalla storia della canzone italiana.
Tutto questo è stato Arena Rebel Fest, tanto altro ancora troverà spazio nella prossima edizione; fino a quel momento ricordate: rebellion is a state of mind!