

Descrivere il percorso che ha condotto alla realizzazione di questa casa forse è più interessante della presentazione delle scelte architettoniche e urbane che ne hanno definito l’immagine finale; alla fine, sarà anche più semplice comprendere le ragioni di alcune soluzioni adottate.
Le richieste
Il cliente ci contatta attraverso il passaparola di un fornitore con il quale lo studio aveva lavorato per un progetto di recupero edilizio in un’area centrale, appena fuori dal centro storico. Si trattava di una casa dalla metratura generosa, con addosso tutto il peso del censimento delle dimore storiche di Jesi. Una villa urbana incistata tra le case della prima crescita urbana del dopoguerra, in un tessuto urbano serrato e denso: il giardino rimasto era poca cosa, e doveva anche ospitare la ricostruzione di un annesso da trasformare nel salotto della nuova dimora. Proprio questa ridotta disponibilità di spazio aperto e la soluzione archetipica adottata per l’ampia zona giorno, in aperto contrasto con il contesto della dimora storica, lo convinsero ad affidare allo studio il progetto della sua dimora per la pensione.
Il suo desiderio era una casa a un piano, con il tetto a falde con lo sporto, con un giardino pianeggiante gestibile senza tanta fatica, con due camere grandi, uno studio, due bagni e un ampio open space. Con un garage direttamente collegato con la casa per garantire l’area lavanderia in diretto rapporto con la casa. Buoni spazi di stoccaggio e molti armadi.
La casa doveva essere costruita ex novo, con struttura in cemento armato, in un lotto di buone dimensioni, nell’ultima lottizzazione strappata ad un’area residenziale consolidata. Ma soprattutto doveva essere “in stile moderno”. Doveva avere grandi finestre aperte sul giardino (“mi piace avere tantissima luce”). Doveva essere garantita la massima permeabilità degli spazi verso l’esterno. La casa doveva essere funzionale e garantire un alto livello di benessere e di sicurezza. Respirare innovazione. Non doveva mancare nulla in fatto di impiantistica all’avanguardia. Tutto doveva essere orientato al risparmio energetico e alla sostenibilità. E alla protezione della sfera domestica. Ma non ci dovevano essere impianti a vista. Tutto nascosto e integrato. I dispositivi per il comfort dovevano essere attivabili contemporaneamente. E in remoto. Una casa autosufficiente e sostenibile (in termini economici ed ambientali).
Le soluzioni
- Un sistema di due corpi edilizi dalla forma semplice, archetipica. In rapporto scalare e in contrasto materico e cromatico.
- Tetti sottili con ampie falde rivestite di lamiera aggraffata, come superfici semplicemente appoggiate sopra volumi che ricordano il passato agricolo del contesto.
- Discendenti inseriti in opportuni cavedi e gronde nascoste in una tasca interna allo spessore della falda.
- Semplice articolazione degli spazi interni per garantire la possibilità di avere spazio per la doppia altezza sopra al corridoio (anche grazie alla pendenza delle falde forzata rispetto ai parametri tradizionali).
- Un soppalco che permette di avere uno spazio supplementare sospeso sopra l’area living a indicare la divisione tra cucina e soggiorno.
- Un piano intermedio, un mezzanino ricavato che consente di gestire gli spazi tecnici sopra gli ambienti con altezza minore (bagni) e garantire il passaggio delle tubazioni attraverso il sistema di controsoffittatura in legno.
- Ampie vetrate che rendono l’area living un passaggio coperto tra i due lati del giardino.
- Due oblò, indicatori perturbanti, per disposizione e misura, degli spazi “personali” dei proprietari.
- Un’ampia piattaforma disponibile ad accogliere una grande pergola: la stanza virtuale all’esterno.
- Una certa rarefazione degli spazi interni, resi neutri dalle superfici murarie bianche e dalle linee diagonali secche degli elementi che li caratterizzano.
- Materie e tessiture esterne che si combinano per dare un’immagine nuova a sistemi costruttivi tradizionali: mattoni lunghi e bianchi montati a file come un rivestimento, ghiaie al posto dei marciapiedi e dei pavimenti esterni, frangisole ed elementi metallici di recinzione a ribadire le tessiture orizzontali continue. Dettagli studiati per essere spuri… tutt’altro che esatti.









