Spettatori appassionati in avanscoperta. Così intendiamo il nostro ruolo di organizzatori e programmatori dei tanti bellissimi teatri che AMAT cura con attenzione amorosa da quasi 50 anni in tutta la grande “Platea delle Marche”. Due gli elementi che ci guidano: la passione per il teatro innanzitutto, o meglio la consapevolezza che – come dice Shakespeare per bocca del suo Amleto – la sua insostituibile funzione – mai necessaria come oggi – sia “reggere lo specchio alla natura, restituire alla virtù la sua immagine, al vizio il suo volto, e alla vita di un’epoca la sua impronta, la sua forma”. E poi la passione per i “nostri” spettatori, compagni di strada magari ancora sconosciuti, spesso senza nome, senza la cui libertà la nostra proposta rimarrebbe lettera morta. Tra questi due poli occorre creare un ponte, altrimenti rimarrebbero due isole. E qui si situa il lavoro più delicato e cioè: come far arrivare allo spettatore il frutto delle nostre scoperte? Come invitarlo alla festa colorata, multiforme, lunga una stagione che abbiamo preparato per lui? Come chiedergli il dono più prezioso, non solo il suo tempo ma addirittura il suo ‘tempo libero’, cioè il tempo della sua libertà? Occorre trovare l’immagine giusta, capace di raccontare i contenuti proposti senza illustrarli e allo stesso tempo colpire, anzi sedurre gli spettatori che stiamo cercando.
Fa impressione quindi fermarsi a guardare indietro, scorrere questi dieci anni di “lettere d’amore” allo spettatore che lo Studio ma:design ha creato per noi, per comunicare i contenuti di una stagione principe delle Marche, quella dei Teatri di Pesaro. Stagione che non temiamo di definire “esemplare”, perché capace nelle sue articolazioni – prosa, danza e musica – di offrire sempre una sintesi sempre puntuale di quanto la scena dello spettacolo dal vivo va proponendo. Capace soprattutto di coniugare proposte di evasione e di invasione, puntando a quel “sano intrattenimento” definito in maniera impeccabile da Byung-chul Han.
Mantenendo potente fili comuni, a partire dall’elaborazione creativa – spesso ardita – del lettering, riuscendo incessantemente ad estrarre nuove apparizioni dal suo arsenale, forme e colori sempre capaci di incarnare il senso di quanto volevamo comunicare, ma:design ha dato vita ad immagini potenti senza essere chiassose, discrete senza essere noiose. Immagini che sanno coniugare l’apparente semplicità con una profondità concettuale e culturale, che sono riuscite non solo ad attrarre l’attenzione di miriadi di spettatori, ma anche di diventare di anno in anno un appuntamento fisso, presenza familiare e allo stesso tempo sempre nuova. Riuscendo a dar volto ad appuntamenti in qualche modo ‘storici’ per i teatri e la città, dalla Stagione dei duecento anni dalla fondazione del Teatro Rossini (la “Gold Season” in cui a pochi “spot painting” di hirstiana memoria era affidato il compito di sintesi di una storia) e la prossima “Stagione Capitale” che inaugurerà l’anno di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024, in cui è una semplice girandola di colori, sorta di caleidoscopio cangiante a raccontare il senso di una avventura fatta di altrettante colori e emozioni. Artisti capaci di raccontare e fin potenziare il senso delle nostre proposte, a Massimiliano e Monica, fedeli “primi spettatori” in questo decennio, vada dunque la nostra più sincera gratitudine.
La costruzione del sistema
“Il Pop è amare le cose” Handy Warol
Il briefing di Amat: la richiesta di progettare un “sistema di comunicazione Pop”. Non come codice di estetica visiva storica, ma come nuovo, forte elemento di attrazione per le molteplicità di pubblico per ogni settore di offerta culturale. Pop nella Prosa, con nuove intriganti personalità provenienti da canali alternativi; nella Musica, con proposte eccentriche rispetto alle programmazioni tradizionali, nella Danza, con apertura alle relative scuole del territorio.
Pop. Come insufflare nelle categorie nobili delle Arti dello spettacolo uno spirito giovane, di ricerca, rinnovamento, sperimentazione, pura gioia. Per un pubblico dai 18 ai 100 anni.
Abbiamo quindi creato una serie di palinsesti visivi che desse immediatamente il senso di questa gioia. Che “smitizzasse” i luoghi della cultura, aperti a tutti. Che creasse sorpresa, curiosità, interesse ma anche positività, immersione nel magma fertile e in continuo movimento, della vita e quindi della cultura. Senza paura di superare il limite.
Stagione 2013/14 /15 – Destroy Bodoni!
Bodoni, il creatore del carattere tipografico che porta il suo nome è ricordato per l’eleganza e il purismo formale della sua arte. Abbiamo utilizzato alcuni suoi caratteri la T iniziale di Teatro, la M di Musica – liberandoli dalla loro atavica rigidità per prestarsi a un gioco mutevole e dinamico sulla comunicazione di eventi e programmi. I caratteri si moltiplicano e si travestono per indicare la mobilità della danza o si accoppiano per evocare la perfezione geometrica della musica.
Stagione 2014/15 – Il Teatro Oltre
Innovativo, dinamico, anticonvenzionale, a volte fisicamente estremo. Per comunicarlo si è scelto di partire da un anello snodabile, declinabile in varie posizioni. Il disegno di un moderno uroboros – il serpente alchemico che si morde la coda per simboleggiare la ciclicità e la continua trasformazione delle cose – si snoda e si ricompone nel nome della rassegna applicato su multiformi immagini floreali.
Stagione 2015/16 – La Platea delle Marche
Il nome dell’iniziativa è dinamicamente “urlato” alla maniera degli artisti rivoluzionari sovietici per comunicare la moltiplicazione del pubblico a cui la nuova offerta è rivolta. La comunicazione dei singoli settori – Prosa Danza Playlist Marche – utilizza su fondo bianco lettere nere costruite a incastri di glifi diversi, collage di fantastiche, inaspettate presenze.
Stagione 2016/17 – Sotto una rossa stella
Una classica stella a cinque punte è l’elemento costante nelle singole comunicazioni tematiche per rimarcare la qualità degli eventi. Una parentesi ironica sulla stella-icona di Mao introduce alle colorate interpretazioni dei settori tematici dove su oggetti e soggetti della quotidianità brilla il rosso simbolo segnalatore di valore.
Stagioni 2018/2024 – Humus
La cifra stilistica complessiva è stata reiterata dal 2018 al 2024 prossimo in un palinsesto che si propone come codice linguistico sempre diverso ma simile nella ricerca di nuove composizioni e nuove forme: immobili e autorevoli, in espansioni radiali, in movimento centrifugo, in rotazione nello spazio a suggerire onde magnetiche sonore o lievitanti nel fertile humus della cultura e dell’arte. Disponibili, nel prossimo futuro, a trasformarsi ancora.