
Modella con calzature Santoni
Casali marchigiani
Mi perdo ancora viaggiando nelle vallate ammirando le colline, la posizione dei casali, le ombreggiature delle querce secolari. Dove è stato alterato questo modello abbiamo perso ispirazione, tradito la nostra natura, rinunciato allo spazio abitativo. La possibilità di vivere all’interno e all’esterno, di accudire un piccolo orto, di riappropriarci della conoscenza del cibo e della stagionalità credo possa essere un progetto desiderato da molti, sempre più spesso dalle nuove generazioni. I casali marchigiani e i suoi abitanti hanno avuto una funzione importante sociale e di conservazione del paesaggio, la sapienza con cui venivano gestite la tenuta delle pendenze, dei corsi d’acqua, di come si era capaci di anticipare i danni dei fenomeni metereologici non possiamo dimenticarla. Allo stesso tempo erano costruzioni solide, funzionali, luminose, organizzate perché non mancasse cibo e assistenza. Credo che sia necessario lanciare un allarme affinché le politiche le tutelino dalla perdita e dall’oblio, non possiamo trasformarle solo in destinazione turistica. Gli architetti sapranno realizzare tesori da queste strutture, dai loro materiali e dalla loro storia, sapranno insegnare il valore di questi affacci e del potenziale di una nuova scelta residenziale.
Grandinetti, San Severino
È stato l’architetto Fabio Maria Ceccarelli a trasmettermi la passione per la graniglia quando abbiamo ristrutturato casa. Grandinetti, storica azienda marchigiana produttrice di mattonelle in graniglia, ci ha affascinato con la sua tecnica artigianale.
Ci siamo trovati sulla spiaggia di Marzocca e abbiamo scelto esattamente quelle tonalità: tortora, bianco, rosa, con una granulometria leggermente più grande della tradizionale. L’immagine che si vive è di una pavimentazione armonica, che si tende a dimenticare, senza tempo, personalizzabile, resistente, nella finitura che si preferisce, infinitamente
bella. Un prodotto che conserva sapienza e recupera materia e memoria.
Santoni Shoes
Alessia e Giuseppe Santoni non hanno dimenticato il significato di muovere passi in questa regione. Con grande eleganza hanno elevato a monumento i nostri paesaggi, le nostre piazze e gli antichi palazzi, li stanno aprendo
al mondo con la fierezza di chi si sente profondamente grato alla propria terra Le Marche. La bellezza si costruisce,
la bellezza si conserva, la bellezza va mostrata.

foto Simone Rinaldi

by Grandinetti per Delphine Courteille

foto Andrea Sestito
Marzocca
Marzocca è la mia seconda residenza da più di trent’anni. L’ho sentita subito casa, è uno spazio privilegiato e più appartato rispetto al centro di Senigallia. Chi si è affacciato dalle finestre vista mare di questo lungomare non può che sentirsi assorbiti dall’ampiezza della vista, dai colori adriatici, dal profumo salino. Questo posto è capace d’insegnarti il necessario equilibrio del tempo e delle abitudini di chi lo abita. A Marzocca la passeggiata è cura e rito, in inverno all’ora di pranzo, in estate il mattino presto e tardo pomeriggio, si conoscono i momenti migliori per fuggire dal clima rigido invernale e dal caldo estremo dell’estate. A partire dal 1920 qui il Conte Fiorenzi costruì un centinaio di villini per la villeggiatura, quasi tutti i proprietari arrivavano da Roma in treno e qui vi rimanevano per tutto il periodo estivo. Alcuni di questi, pochi, sono splendidamente conservati e vissuti. Abitare il mare, soprattutto fuori stagione è quanto di più bello si possa scegliere.
Ostra Vetere
Sono nata e cresciuta ad Ostra Vetere. Qui ho vissuto un’infanzia incantata e un’adolescenza che mi ha fatto sentire i limiti di una piccola comunità. La scuola, gli amici tra oratorio e feste, sempre in casa di alcuni di noi. La chiesa di Santa Maria Annunziata di Piazza con il suo campanile visibile da lontano, lo stemma comunale con l’Araba Fenice che risorge dalle ceneri li porto come un marchio di fabbrica. Quello che ho sentito come un limite, crescere qui, oggi invece è una parte rilevante del mio carattere e del mio potenziale. Qui ho osservato sin da bambina la bellezza storica, i palazzi nobiliari di cui ero estremamente curiosa, ma ancora di più l’eccellenza e la responsabilità nei mestieri, la cura nell’insegnamento, i rapporti solidali del vicinato, il rispetto del tempo, la fiducia che tutto possa essere migliorato. Mura castellane con gli Androni, un camminamento di ronda coperto lungo un tratto delle mura vicino Porta Pesa del XIV secolo. Palazzo Marulli che fu monastero delle monache clarisse fino all’inizio del XIX secolo. La bellezza barocca con gli interni di tenue colore rosa della chiesa di Santa Lucia. Palazzo Buti Pecci eretto sopra Porta Nuova con la famosa Cariatide dell’alcova, opera interamente realizzata in stucco bianco dal palermitano Serpotta a fine ’600. Palazzo Peruzzi che accoglie la chiesa di S. Antonio al Borgo.