Il lavoro di tesi si occupa del villaggio rurale de La Martella, quartiere di Matera, distante circa 8 km dal centro della città designata come Capitale della cultura 2019. Il lavoro di ricerca è partito dallo studio di vita nei Sassi e dell’unità di vicinato, passando per il quartiere oggetto di studio, fino alla definizione di un progetto di un nuovo polo culturale, a servizio del borgo e della città stessa.
Il contesto 1949. Carlo Levi pubblica Cristo si è fermato ad Eboli portando Matera al centro dell’attenzione internazionale come simbolo dell’universo contadino. Per il risanamento dei rioni Sassi, Adriano Olivetti con l’UNRRA-CASAS e l’INU forma una commissione disciplinare per lo studio della città e dell’agro di Matera. Il progetto viene affidato a Ludovico Quaroni, Federico Gorio, Piero Maria Lugli, Luigi Agati e Michele Valori, i quali danno vita a un quartiere Neorealista emblema del Razionalismo italiano. Nonostante su carta sia un eccelso esempio di urbanistica italiana, La Martella non viene dotato di tutti i servizi previsti e con gli anni si trasforma in un quartiere dormitorio. L’obiettivo è di completare il progetto originale in un’ottica contemporanea, generando un cambio antropologico e generazionale, e di creare una rete attraverso nuovi servizi, pensati per connettere gli abitanti di Matera verso il borgo.
Il progetto Si declina in diversi punti: la realizzazione di nuove unità di vicinato pensate seguendo il modello quaroniano di casa + stalla, ma attraverso nuove tipologie abitative; il completamento dei servizi previsti dal progetto originale: la riapertura del teatro all’interno dell’edificio di Valori, il ripristino di asilo nido, ambulatorio e laboratori; il progetto della nuova biblioteca, auditorium e il mercato con spazi per la vendita di prodotti locali; la previsione sulle vie preesistenti, di aree verdi per la sosta e l’aggregazione, per trasformare la strada da passaggio carrabile a unità di vicinato. Il lotto di progetto della biblioteca e del mercato viene diviso su due quote, per costruire due piazze, che vengono collegate da una rampa che è il naturale proseguimento del loggiato che costeggia la vecchia biblioteca olivettiana. I volumi seguono il principio compositivo degli edifici sociali del borgo: vengono assemblati, accostati e incastrati tra di loro, anche attraverso l’utilizzo di camminamenti. Ogni edificio ha la sua funzione: le sale lettura che vengono raggruppate e attraversate dalla rampa, la torre archivio, l’auditorium, e infine il mercato che viene staccato dal resto dei volumi perché differente sia dal punto di vista funzionale che formale.