Una serata per ritrovarsi, là dove tutto ha avuto inizio, quando nel 1997 Vittorio Gagliardini – il fondatore, ancora oggi alla guida dell’azienda con i figli Mario, Cristiana e Francesca – decide di dare vita a un luogo del racconto e della rappresentazione del paesaggio marchigiano per favorire lo sviluppo della qualità architettonica considerata elemento centrale della modernizzazione territoriale. Una visione lungimirante, una lunga storia di sviluppo d’impresa che si è connesso all’investimento in cultura, tanto che Monte Roberto è divenuta un’area progettuale articolata, dove la dimensione produttiva commerciale e di servizio coabita con microarchitetture d’autore gestite in partnership con il MAXXI di Roma, lab di progetto, aule per workshop, seminari, eventi culturali, mostre, installazioni.
Visibili, nelle aree interne ed esterne, sono stati i tanti interventi di qualità sulle aree funzionali, e anche le microarchitetture, esposte come segni nel paesaggio, concesse in deposito dalla Fondazione MAXXI secondo accordi di partenariato che si sono sviluppati a partire dalla collaborazione con DemanioMarittimo.Km-278. Ognuna aveva una genesi progettuale che ha coinvolto la rivista e il sistema culturale che le ruota intorno: frammenti, oggetti, prototipi frutto della collaborazione virtuosa e proficua tra l’azienda Gagliardini, la redazione di Mappe, l’Associazione Demanio Marittimo e il museo MAXXI. Le opere provenivano in parte dalla Collezione del museo e in parte da installazioni e allestimenti che così hanno vissuto una seconda e proficua vita alimentata dalla relazione con le molte attività culturali della rete che si è sviluppata intorno a Mappe.
C’era il frammento dei container che avevano contraddistinto quel progetto espositivo, con una porzione dell’allestimento della mostra Erasmus Effect – architetti italiani all’estero, realizzata dal MAXXI nel 2013 su progetto dello studio LOT-EK di New York. C’era la bianca e cangiante White limousine, una exhibition copy realizzata da artigiani marchigiani per la mostra Food, dal cucchiaio al mondo, presentata al MAXXI nel 2015 su progetto dell’Atelier Bow-Wow di Tokyo con il coordinamento di Emanuele Marcotullio. E c’era la misteriosa ed essenziale costruzione in ferrocemento dallo studio tedesco-indiano Anupama Kundoo Architects come tecnica sperimentale per soluzioni abitative e modelli prefabbricati, nata per evidenziare le relazioni tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La rivista, le installazioni e la dimensione digitale hanno composto una articolata progettualità onlife, puntualmente restituita sul portale mappelab.it, luogo di moltiplicazione e di autonoma sperimentazione digitale amplificata da un programma di social media.
20+30 non fa 50 con le sue molteplici ramificazioni ha animato la presentazione realizzata da Gagliardini Srl, insieme all’Associazione Demanio Marittimo.Km-278 e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti e dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona – storici partner – con le Università del territorio, di tutte le iniziative di questi anni. L’incontro si è aperto con i saluti di Vittorio Gagliardini, editore di Mappe e primo visionario artefice di questo progetto ora guidato dal figlio Mario. Sono intervenuti anche Graziano Leoni Rettore dell’Università di Camerino, Michele Germani in rappresentanza del Rettore della Politecnica Gregori, Viviana Caravaggi Vivian, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Ancona e degli ordini marchigiani, Stefano Capannelli, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona, Pippo Ciorra, curatore con Cristiana Colli di Demanio Marittimo.Km-278 e Gianluigi Mondaini dell’Università Politecnica delle Marche con cui si è sviluppata nel tempo una lunga collaborazione.
“La scelta di sviluppare progetti culturali dedicati alla promozione e valorizzazione della qualità architettonica del nostro territorio non era scontata, ma ho sempre creduto che fosse tra le missioni attese per le moderne imprese che cercano dialoghi con le comunità di riferimento, sviluppano processi di innovazione, sperimentano dinamiche relazionali nuove” – ha affermato Vittorio Gagliardini.
“In questo senso 20+30 non fa 50 misura il valore che per sua natura è un dato sfaccettato, mai unilaterale, mai solo aritmetico. Questa presentazione sottolinea un impegno mai venuto meno e che continua, una serietà appassionata di cui io e la ma famiglia siamo particolarmente orgogliosi. Sono tante le persone a cui dobbiamo gratitudine. Voglio condividere con tutti loro e con ognuno la reputazione e il valore che abbiamo saputo costruire insieme.”
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