Progettare tra terra e acqua, ideare configurazioni mutevoli e spazi transitori, mostrare il valore e la qualità che i margini rappresentano per la città contemporanea, poiché luoghi privilegiati per l’evoluzione e la sperimentazione di nuove centralità urbane. È questo l’intento della tesi che si focalizza nel porto di Santa Fe, Argentina, grande spazio embrionale ricco di potenzialità ma con un’identità distinta rispetto alla città. La proposta individua quindi la volontà di ricucire il rapporto tra acqua e terra, ponendo l’attenzione sul fiume, ad oggi elemento di cesura, rileggendolo come opportunità di connessione e sfruttando la matrice astratta della scacchiera urbana, tipica del paesaggio sudamericano, per dare una regola formale al progetto. Si propone quindi di individuare all’interno del tessuto urbano le quadre che durante gli anni hanno acquistato un ruolo centrale, tramutandosi in veri e propri punti di riferimento per il cittadino. Una volta identificati questi spazi, sull’asse della quadra verranno collocati nuovi dispositivi rintracciabili, facendo sì che il porto diventi non più un’area in via di definizione, bensì uno spazio catalizzatore di attività urbane.
La vicinanza con il fiume renderanno architettura e natura non più considerate come temi sconnessi fra loro, ma coesistenti sin dall’inizio. L’obiettivo è infatti quello di considerare il fiume non più come minaccia ma come opportunità per nuovi spazi, i quali mutano in base ai movimenti dell’acqua, rendendo alcune aree urbane, come piazze, in alcuni periodi dell’anno totalmente inondate, creando nuovi scenari nel totale rispetto dell’ambiente. Il progetto è concepito quindi come luogo di convivialità, spazio di eventi e attività, ma anche come luogo di osservazione e fruizione della natura. Il programma funzionale esalta le attitudini e le tradizioni locali tramite laboratori formativi, punti vendita di prodotti locali e nuove tipologie abitative volte a valorizzare le potenzialità dei “bordi” fluviali.