Le cose visibili e invisibili
Trompe l’oeil: un’immagine che inganna l’occhio.
E qui si parte subito da una foto che ritrae un particolarissimo angolo di Pesaro: la spiaggia di levante, all’altezza dell’Istituto Alberghiero “Santa Marta” (già sede della GIL, ovvero Gioventù Italiana del Littorio). Sulla fiancata di un vecchio edificio, costruito sull’arenile, un artista sconosciuto dipinge un mural (singolare di murales) che raffigura il medesimo edificio in una maniera surreale, che ricorda vagamente certi quadri di Bruegel o di Bosch. L’immagine infatti rappresenta un pianetino volante sormontato dal medesimo edificio che ospita il dipinto. Tutt’intorno alla sfera stanno turbinando decine di bagnanti come colpiti da un tornado, ma senza angoscia: sono bagnanti in costume d’ambo i sessi, singoli e in coppia, che svolazzano a spirale insieme con ombrelloni e lettini prendisole. A sinistra della casa “reale” (supporto e soggetto del dipinto nello stesso tempo) c’è il moscone rosso del bagnino di salvataggio, tirato in secco sulla spiaggia, mentre in cielo l’arcobaleno segnala una pioggia cessata da poco. A destra invece si intravedono alcuni piloni della rete elettrica (lì passa la ferrovia adriatica) e dietro un trancio del colle Ardizio, reale anch’esso, che nella foto si salda magicamente a quello dipinto. Queste le cose visibili.
Le cose invisibili invece sono molte di più:
l’Istituto Alberghiero “S.Marta”, dove chi scrive si è guadagnato il pane insegnando Italiano per una ventina d’anni (“merito quadrilustre”, diceva il Parini); la scala metallica antincendio aggiunta all’edificio sul lato est; branchetti di studenti che mangiano un panino sui pianerottoli nei dieci minuti dell’intervallo; un caro collega che fuma una sigaretta, scambiando qualche battuta con chi scrive; un treno-merci carico di carri-armati, che procede sferragliando in direzione sud; due innamorati che si baciano tenendosi per mano; un cane lupo che porta a spasso il suo padrone… Poi arriva un omone che corre sulla battigia (non sul bagnasciuga!): un atleta di sicuro, che avanza con evidente sforzo perché trascina un copertone di camion, legato alla vita con una corda o una catena: una scena da girone infernale.
Il collega fumatore lo segue un po’ con lo sguardo e poi mi chiede, pensoso, quali peccati avrà mai commesso per meritare tanta pena.
Lo rassicuro, da sopravvento: nessun peccato. È un pugile professionista, ho letto qualcosa sui giornali: si sta preparando per un incontro decisivo, valido per il campionato italiano dei mediomassimi. Sta irrobustendo i muscoli delle gambe, che però già da lontano sembrano due bronconi di quercia. Poi passa un altro treno-merci, carico di legname, con enormi tronchi sovrapposti e incatenati: tre per ogni pianale.
Finché suona il campanello e l’intervallo è finito.
Tutti sotto, come nella barzelletta…
Pesaro, gennaio 2023