Pensieri

Le mie Marche Leonardo Cemak

Mappe °19


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C’era una volta che quando andavi in Italia ti chiedevano dove sono le Marche. Bei tempi quando eravamo sconosciuti anche a noi stessi. Ora sono trendi, le Marche, il cosiddetto distillato d’Italia, come dicono i più colti in fallo nelle citazioni. È l’ora del marcheting, vai con il brend. Attrazione turistica fatale. Li vediamo arrivare, i turisti, e andare. Tutti insieme nello stesso posto nello stesso attimino. Cogli l’attimino e scatta un selfi. Fermi in andamento lento sulla aquattordici, sulla statalesedici lungonastrodicatrame, sulle pedemontane, sui sentieri, sui lungomari, sulle ciclopedonali, sulle battigie, sulle zetatielle, ai parcheggi a monte e a valle.

In spiaggia c’è poca gente? Non ci andiamo, aspettiamo che sia piena. Tutti al mare, vengono anche i Bolchenstain. D’accordo, però un giorno che il tempo non è un granché andiamo a vedere i paesi del cratere, così facciamo un bel safari fotografico tra le macerie con gli indigeni delle casette soluzioni abitative in emergenza, per sempre. Vedessi quelle vecchiette che tenerezza che fanno.

Certo poi andiamo in quella trattoria tipica dove si mangia come si usava una volta che non ricordo. Giusto, così lasciamo un po’ di euri dove servono, è etico oltre che poetico il nostro tur. Fortunati poi, e bravi, che ci siamo inventati anche il brend identiti alluvione. Una volta tanto è la concorrente turistica Romagna che ci copia. Quanti passaggi in tivù, ci hanno visto tutti ma proprio tutti. Dio come tira la sofferenza, siamo diventati virali. No, non sto parlando del covid, quello è passato e ci ha dato la spintarella per ripartire alla grandissima. Sagre, feste, festival, salvo varie ed eventi.

Mercatini ristorantini localini aperitivini. Sui tavolini sui lettini sui piedini. Stretti stretti tutti insieme. Come dici? Non sento con la musica bum bum tum. Fa niente, non era importante, volevo solo dirti che ti amo. Come? Brindiamo. Occhei, ma domani insalatona. È sempre aperto il lunaparch del fud e la questua di un selfi collo scef. Corriamo presto c’è un vip. Siamo quello che fotografiamo, come disse Foierbach. Foto al piatto, posta che riposto anch’io. In questo posto ci torniamo. Andiamo in montagna, tutti in fila quasi indiana, qualcuno che ti passa avanti c’è sempre. Il fenomeno delle pisciarelle si moltiplica nel bosco, quante. Come dici, quelle sono un altro tipo di pisciarelle? Cinquemila in un giorno? Pensavo di più, una giornata d’infernaccio. Andiamo alla faggeta, tra gli umani non si riesce a individuare un faggio, ma va bene è bello così siamo tutti qui, vicino. Dove abbiamo messo l’auto? Speriamo di trovarla prima che faccia buio, e senza multa. Gli intellettuali maestri invocano a gran voce i borghi. Ai borghi ai borghi, tanto loro mica ci abitano. Dai luoghi comuni ai borghi comuni. È il progresso, bellezza. Le mie, le nostre Marche. Se ami un posto, tienilo segreto. Nascondi la tua poesia, potrebbe essere usata contro di te.

P.S. Ogni riferimento a persone, a luoghi, a fatti realmente accaduti è puramente non casuale.

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