Arte Report / XXI

Il sacro che ci è tolto Chris Rocchegiani

Intendo per corpo un modo che esprime
in una maniera certa e determinata l’essenza di Dio.

Spinoza, Etica, Parte II, p. 103

Parlare di figuralità della figura potrà sembrare un pleonasmo ma ciò che interessa mettere in evidenza è quella prestazione fenomenologica in cui convergono e si intrecciano, si contaminano, gli aspetti propriamente iconici e temporali, retorici e semantici, che intessono la nozione complessa di figura, e che trovano la loro più eloquente pregnanza in rapporto alla dimensione, non meno complessa e stratificata, del sacro.

Il dormiente supino, 2023
acrilico e olio su legno 60 x 50 cm
collezione privata, Londra

“Per me il sacro è inteso come qualcosa di cui poter fare esperienza, che non richiede un credo e perciò non ha nulla a che fare con la religione, ma con il corpo, in quanto percepibile con i sensi. Il sacro appare quando con uno sforzo umile, modesto, riusciamo a prestare attenzione fra ciò che osserviamo e ciò che al suo posto potremmo osservare, ad esempio fra l’immagine del volto della persona che amiamo e la libertà che possiamo concedergli di essere altro, fra ciò che inizialmente ci appare come immagine del reale, già codificata, chiara, e tutto ciò che potrebbe ancora essere fuori da quella decodifica. Ci sono quindi due polarità: il reale e il possibile e nel percorrere questo intervallo di spazio e di tempo che ci porta dall’una all’altra, possiamo vivere il sacro” riporta l’autrice commentando il saggio di Felice Cimatti Il possibile e il reale.

Il concetto di personificazione o di incarnazione, per cui il senso e la possibilità stessa dell’opera dipendono dalla presenza fisica e sensoriale dell’artista, fa infatti parte della dimensione poetica di Chris Rocchegiani. La pittrice attraverso tale consapevolezza esprime la propria libertà di movimento nell’ordine e nel disordine della materia, per disseminazione, contaminazione, deriva e fallimento.

“Vedere le molteplici possibilità in cui i sé sono connessi a un mondo di vita più ampio, rompendo quella chiusa modalità di relazione in cui ci confiniamo quando non riusciamo ad andare ‘oltre l’umano’. Connessione e rottura di modalità univoche di relazione, sono il presupposto di partenza delle opere inserite in questo progetto, dove la pittura appare esplosa e si apre al possibile e al molteplice” dichiara ancora l’artista.

Si manifesta una vera e propria dichiarazione di libertà che si esprime nella iterazione dei frammenti di immagine, nei segni sulla parte cruda della tela per cui le opere hanno senso perché, più che un prodotto finito, sono legate al momento dell’esperienza vitale che le sta ancora dettando: l’artista ponendoli nel reale come esseri in divenire, li concepisce come frammenti di poesia in trasformazione.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (Deposizione), 2021
olio e grafite su tela 200 x 240 cm
courtesy l’artista
Le mie viole per te, 2023
olio e grafite su lino 70 x 50 cm
courtesy l’artista
Salix alba, 2023
olio e grafite su lino 70 x 50 cm
courtesy l’artista
Officina Malanotte edizione 2022
Bonotto delle Tezze, Tezze di Piave, Tv
Ph. Nico Covre

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