Il progetto mare lungo parla di un film mai realizzato, un film che volevo fare ma che poi ho deciso di non fare piu´. La sceneggiatura, liberamente ispirata ad un romanzo di Sebald, Austerlitz,narra dei diversi incontri avvenuti tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, tra Romeo, un celebre architetto marchigiano conosciuto in tutto il mondo, ormai sulla soglia dei 70 anni, e un giovane scrittore, Ezio, incaricato dal suo editore di tracciare la biografia dell’architetto. Ma non e´ mio interesse raccontarvi le vicende dei personaggi, piuttosto parlarvi della storia del film. Concluso il trattamento e la sceneggiatura, scritta in collaborazione con Luca Ballico, ho lavorato alla realizzazione di un archivio di produzione, ho raccolto svariato materiale visivo (e non solo) che poi ho suddiviso in diverse sezioni tematiche dedicate ai singoli aspetti della preparazione del film: ambientazioni, oggetti di scena, costumi, personaggi, fonti, scenografie, riferimenti iconografici e storiografici, appunti, sopralluoghi, trascrizioni di conversazioni, bozzetti, corrispondenze ecc…Quando questa raccolta ha iniziato a prendere corpo, osservandola, ho visto venire alla luce uno spazio inaspettato ed interessante, uno spazio aperto, dialettico, caledoscopico, capace di raccogliere e far dialogare materiali di natura diversa, di moltiplicare le narrazioni e di generare nuove figure e invenzioni. Informazioni, testimonianze, forme, processi e linguaggi differenti hanno iniziato a conversare tra loro, a disperdersi e a raggrupparsi, ad organizzarsi in un discorso, in una continua dialettica tra osservazione e rievocazione, tra somiglianze e asimmetrie, tra passato e ipotetico, tra passato e futuribile, possibile. Questo spazio di raccolta mi ha conquistato, mi ha fatto riflettere su quanto fosse autonomo ed emancipato e che non fosse necessario metterlo in scena e finalizzarlo in un racconto cinematografico.
Rinunciando ad un racconto forse ne sono nati tanti altri. Nella mostra “Camere con vista. San Benedetto/Pesaro. Andata e ritorno” ho deciso di esporre soltanto alcuni frammenti dei diversi dossier o album di preparazione del film, nello specifico alcune schede che organizzano la ricerca delle location, lo studio degli oggetti di scena e dei costumi, l´archivio iconografico e la sceneggiatura ma soprattutto ho deciso di mostrare un dispositivo di visione, un display insieme mutevole e dialogico, che ha come protagonisti non tanto i significati delle immagini di cui è composto ma i rapporti che queste figure intrattengono tra loro, un sistema narrativo che non appartiene al mondo della conoscenza ma della presenza, un inventario di segni – che smontati, ricomposti, traslati e pronti alla continua dispersione dei significati – può essere capace di costruire una sorta di enciclopedia parallela.