Architettura
- Tesi

Augmented Buffer Zone Un hub intermodale per la rigenerazione urbana e sociale dell’Agorà

Mappe °21


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Progetto di tesi di
Francesca Carletta, Beatrice Pilota


Interfacce tra l’Acropoli e la città di Atene
Un hub intermodale per la rigenerazione urbana e sociale dell’Agorà

Laurea Magistrale in Ingegneria Edile-Architettura
Università Politecnica delle Marche,
corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Ingegneria Edile-Architettura
anno accademico 2022/2023

Relatrice: prof. Maddalena Ferretti
Correlatori: prof. Gianluigi Mondaini,
PhD Francesco Chiacchiera


Il lavoro di tesi si concentra sulla città di Atene e indaga con un approccio transcalare la riconnessione di frammenti urbani e il progetto delle interfacce tra patrimonio archeologico e città contemporanea. La tesi si concentra in particolare sulla Buffer Zone dell’Acropoli, patrimonio mondiale UNESCO, e sulle sue relazioni con la città contemporanea di Atene.

“… La proposta intende rendere i confini dell’UNESCO uno “spazio aperto” disponibile a connessioni attive e reattive, lavorando su una augmented buffer zone in grado di accelerare e moltiplicare le relazioni fisiche, infrastrutturali e visive tra città archeologica e città contemporanea.” (Gianluigi Mondaini, Maddalena Ferretti, 2024, in corso di pubblicazione). La ricerca si colloca in continuità ed espande ulteriormente il lavoro progettuale svolto dal gruppo di ricerca Hub for Heritage and Habitat (H4HH), Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura (DICEA) dell’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) che, insieme a studenti selezionati e in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Patrasso, ha partecipato alla XX edizione 2022-23 della Call Internazionale lanciata dal Piranesi Prix de Rome. Gli approfondimenti progettuali della tesi di laurea sono stati eseguiti su due transetti urbani posti tra il confine nord ed est della Buffer Zone e la città di Atene.

Il primo approfondimento progettuale riqualifica la stazione della metropolitana di Thissio. L’obiettivo è rendere la stazione un luogo pubblico a servizio della comunità. Vengono introdotte nuove funzioni e spazi pubblici tramite la costruzione di una nuova copertura al di sopra dei binari della stazione. Il progetto lavora sul suolo, creando un nuovo paesaggio. I nuovi volumi sono quasi interamente vetrati e schermati da una pelle in listelli in pietra che garantiscono la trasparenza e il contatto interno-esterno. Le aree verdi creano delle oasi naturali all’interno di uno spazio urbanizzato. Il secondo approfondimento progettuale consiste in un nuovo hub sperimentale di produzione culturale in prossimità del Tempio di Zeus Olimpo e l’intervento nell’immediato intorno del volume vuole riconnettere e valorizzare i frammenti archeologici presenti ad est all’interno di un’unica grande area archeologica. Si genera una nuova rete turistico-culturale mediante un percorso di visita ad anello e l’hub stesso costituisce il principio e il termine del percorso di visita, in quanto consente la sua “tappa zero”, costituita da un centro interpretativo, e la sua tappa conclusiva, sul rooftop, dove un osservatorio apre a una suggestiva visuale verso l’Acropoli. Si prevede, inoltre, l’interramento di un tratto di strada ad alto scorrimento, così da creare un esteso parco urbano completamente pedonale per valorizzarne la fruizione pubblica.

Atene è un monumento a cielo aperto. Racchiusa nella sua archeologia c’è una storia lunga più di tremila anni. Progettare le interfacce tra archeologia e città contemporanea e favorire l’incontro con l’antico da parte dei cittadini è un compito difficile. L’idea di fondo promossa dalla strategia progettuale è stata quindi quella di offrire alla comunità di abitanti il tempo e gli strumenti per riappropriarsi degli spazi limitrofi all’Acropoli, ora oppressi da un turismo di massa. La speranza e la visione è che, proprio a partire dalla trasformazione dello spazio aperto e dal progetto delle nuove architetture pubbliche, si possa innescare un processo positivo a più ampia scala che funzioni da impulso all’innovazione sociale e alla rigenerazione culturale dell’intera città.

“Il progetto muove intorno all’idea di riconnessione, allargando lo sguardo dalla sola area di intervento a una lettura integrata con la città, con le sue evoluzioni e le sue trasformazioni. Atene custodisce un patrimonio ineguagliabile, ma è anche una città dinamica che guarda a uno sviluppo sostenibile. La proposta intende rendere i confini dell’UNESCO uno “spazio aperto” disponibile a connessioni attive e reattive, lavorando su una augmented buffer zone in grado di accelerare e moltiplicare le relazioni fisiche, infrastrutturali e visive tra città archeologica e città contemporanea. A livello urbano questo si traduce nella dimensione dell’arcipelago, che necessita di diventare un sistema interrelato rivolto alla migliore fruizione delle grandi risorse della città. In tal senso il progetto lavora da un lato in continuità con i piani per la creazione di un’unica area archeologica, dall’altro sulle interfacce di questa con la città, potenziando gli accessi alla buffer zone e garantendo così una relazione osmotica tra archeologia e contemporaneità.” Piranesi Prix de Rome et d’Athènes.
Progetti per l’Acropoli di Atene, Accademia Adrianea Edizioni, 2024, p. 437.

Temi pilastro. Turismo, comunità e paesaggio. Temi fulcro attorno ai quale ruota ogni sfaccettatura del processo di ricerca, attraverso cui si delineano i macro-obiettivi della strategia transcalare ideata.
Scale di intervento e scenari esplorativi. L’approccio transcalare al progetto propone di agire su differenti scale in base alle necessità dello studio, permettendo di tenere uniti i vari temi, individuando le sinergie che si originano nel contesto urbano.

Interpretazione dell’assetto urbanistico. Lo studio del pattern urbanistico permette di riconnettere i frammenti urbani e generare isole di natura e cultura per riunire “ciò che è sparso”.
Augmented Buffer Zone. La visione intende rendere i confini della Buffer Zone UNESCO uno ‘‘spazio aperto’’ disponibile a connessioni attive e reattive, lavorando quindi su una Augmented Buffer Zone in grado di accelerare e moltiplicare le relazioni fisiche, infrastrutturali e visive.

Le tre “Porte al Parco”. L’individuazione di alcuni transetti strategici ai confini del sito UNESCO, immaginati come porte di accesso al nuovo “Parco dell’Acropoli”, permette di generare punti di osmosi e scambio tra l’immenso patrimonio archeologico e la città viva e dinamica.

La scala della Buffer Zone. Dall’analisi si esamina l’area archeologica dell’Acropoli e le aree limitrofe fino ai bordi della Buffer Zone UNESCO, individuando punti di particolare interesse e potenzialità connessi da una rete di percorsi pedonali, che si innestano dall’Athenian Walk.

Nella zona di accesso a nord dell’Athenian Walk si trova il nuovo hub intermodale, nato dalla stazione della metropolitana di Thissio. Si immagina la creazione di una nuova infrastruttura ecologica con la realizzazione di un parco che funge da tetto verde per la stazione, riprogettata come spazio per la comunità.
Alla quota città (quota zero) il progetto prevede funzioni legate alla metropolitana, quali una biglietteria, i vari punti di accesso e di uscita ai binari, un caffè e un piccolo bookshop.

Il progetto cerca di fondere l’architettura con il contesto di valore
in cui è immersa. L’hub è accessibile dalla quota città perché pensato come spazio pubblico aperto, mentre è connesso alla quota superiore grazie a due rampe posizionate ai lati.
La nuova copertura è pensata come un prolungamento del paesaggio intorno all’Agorà e crea un originale punto di osservazione sulla città. I volumi a quota città ospitanti le funzioni della metro sono stati progettati quasi interamente in vetro per essere permeabili verso l’esterno.
I volumi si incastrano nella copertura come sassi nel terreno creando spazi connessi su più livelli. Nella parte superiore sono stati schermati da una seconda pelle costituita da listelli in pietra che, pur proteggendo dalla luce solare diretta garantiscono la trasparenza e il contatto interno-esterno.
Gli spazi sono stati ideati come luoghi aperti: una continuazione dei percorsi che lo circondano.
Le aree verdi creano oasi naturali all’interno di un contesto urbanizzato, promuovendo così una cultura ecologica. La coabitazione tra i turisti delle vicine aree archeologiche e i residenti renderà gli spazi dinamici e multiculturali.
La strategia prevede l’ideazione di un nuovo percorso culturale ad anello che permette di espandere idealmente i confini della Buffer Zone con una riunificazione e valorizzazione dei frammenti archeologici ora presenti sotto l’ala di un’unica grande area archeologica.
Il Tempio di Zeus diviene spazio per mostre ed eventi, generando un nuovo sistema di relazioni e una visione più originale del legame tra patrimonio archeologico e realtà urbana. Il parco urbano si articola tra percorsi pedonali, aree verdi e piazze, e il nuovo hub è una cerniera di connessione tra gli spazi di questo sistema.
L’hub diviene il principio e il termine del percorso di visita, poiché consente la sua “tappa zero”, costituita da un centro interpretativo. Lo spazio diviene una sorta di “museo del museo” poiché il visitatore ha la possibilità di acquisire un’interpretazione di ciò che è prossimo ad osservare, ottimizzando così il processo di visita.
Al piano primo è collocata una scuola di restauro, funzione scelta dopo aver analizzato i bisogni del territorio e scoperto che l’Accademia delle Belle Arti di Atene non offre corsi per questa disciplina.
Al piano secondo è collocato un hub per arti performative, che diviene un incubatore culturale delle arti audiovisive.
Il rooftop ospita la tappa conclusiva del percorso culturale grazie a un osservatorio che apre una suggestiva visuale verso l’Acropoli e permette
di ammirare il Partenone da una nuova prospettiva.
Dalla sezione emerge l’auditorium che si presenta come un volume indipendente, appeso tramite cavi alla struttura reticolare tridimensionale in copertura, agganciato alle travi dei solai interpiano e rivestito in materiale composito traslucido.
La relazione diretta con l’archeologia circondante l’hub è evidente e questa passa dall’essere un oggetto passivo osservato dall’esterno ad uno strumento attivo di produzione culturale, in cui poter registrare scene dei film o organizzare eventi, così da trasformare il patrimonio archeologico in arte audiovisiva.
La vista dal rooftop permette di avere una visuale dall’alto a 360° sull’intera area archeologica di est.
Inoltre è possibile utilizzare lo spazio per spettacoli, rappresentazioni cinematografiche ed eventi.
Il parco urbano lega il nuovo volume con le aree verdi, i percorsi e la ricchezza insita nelle archeologie, in cui l’Arco di Adriano e il Tempio di Zeus sono protagonisti.

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