Tanti i rimandi – l’epopea della strada, i cellotex di Alberto Burri, la fabbrica dove il lavoro è fatto di mani operose, macchine dedicate, intuizioni innovative. Tra chimica e meccanica, ecco la gomma che nasce rinasce e si rigenera, dallo scarto al riciclo al design. È la cultura dell’economia circolare. Per ogni mescola una ricetta – dice il fondatore – come si fa con il pane – saggezza antica e visione contemporanea.
La colonna sonora è il rombo dei motori; il paesaggio è quello del cinema e della letteratura on the road; la divisa è il chiodo – quello in cuoio, quello ultratecnologico fatto con meravigliosi materiali ultra performanti; l’immaginario è l’asfalto, bello da guardare bello da percorrere, nastro assolato che si srotola tra natura, new jersey, righe di mezzeria, segnali di orientamento. Il colore è il nero pieno, talvolta il nero mixato che incontra i segni, i graffiti, le immagini colorate e acide, reminiscenza di periferie metropolitane, di muri che parlano e raccontano. La materia è spiazzante e mutevole – liscia ma granulosa, densa, screziata da sembrare dipinta; è morbida, viene piegata in fogli pesanti, avvolta in rotoli o accumulata in pezze, lievi come tessuti in cotone.
Questo intreccio di immaginari è tra le colline verdi e coltivate della Vallesina, dove la manifattura sposa le idee e la conoscenza profonda dei materiali, in un compound produttivo tra applicazioni tradizionali che affiancano le evoluzioni delle forme e dei significati. L’incipit di questa storia è il mitico Istituto Montani di Fermo, un tempio della formazione, un incubatore di cervelli, una scuola di eccellenza nazionale dal 1854. Sarà lì che Elio Baioni – l’ottantottenne fondatore che ancora consiglia i figli Gabriele e Gianluca – all’indomani del diploma di perito industriale, tra le nove lettere di ingaggio del gotha dell’industria chimica nazionale e internazionale ne sceglierà una, quella che segnerà il suo destino personale e imprenditoriale. Pirelli, Milano, reparto mescole.
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Una scelta che rimanda all’origine di tanta storia economica italiana fatta di intuizioni, ricerca e innovazione in due settori che naturalmente stanno insieme, la chimica e la meccanica. Sono anni di sviluppo economico impetuoso, e le Marche con i suoi distretti sono un laboratorio a cielo aperto, un ecosistema di sperimentazioni infinite – dal bianco al complemento alle calzature – settore legato alle suole, ai fondi, alla ricerca sui materiali nella dimensione estetica funzionale e produttiva. L’esperienza in Pirelli sarà un atout imprescindibile per il signor Elio, ritornato nelle Marche, insieme alla conoscenza dei materiali, alle relazioni pregiate, ai contatti con tutti i grandi player della produzione di pneumatici. Così dopo consulenze ed esperienze in vari settori industriali, nel 1984 nasce Center Gomma con una vocazione e una missione precise – recuperare, lavorare e rigenerare lo scarto vergine della gomma utilizzata nella produzione di pneumatici, con l’obiettivo di creare nuove mescole per differenti utilizzi.
Lo scarto vergine è una specie di paradosso che non rimanda al fine vita – macinato e granulato per realizzare gomma vulcanizzata – ma all’esito della produzione ordinaria, cioè al massimo pregio. La storia è tutta qui, ma è tanta storia. Grande capacità di lavorare mescole pregiate e sofisticate, visione sulle possibili applicazioni, cultura del riciclo e dell’economia circolare cui si aggiunge l’abilità nello stampaggio della gomma. È curioso, ma quella abilità ha qualcosa di infantile, un ricordo che ritorna visitando gli spazi produttivi immersi nei continui e piccoli scoppi – la madeleine delle impertinenze dei bambini fatte con i palloncini delle chewing gum.
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Tra quelle campate industriali si custodisce un processo virtuoso che ha dato vita ad un centro ricerca e sviluppo capace di censire ogni tipo di mescola con le relative schede tecniche, e soprattutto la ricetta, capace di concepire e realizzare la trasformazione chimica dello scarto vergine in nuovi materiali ad alta prestazione e specializzazione, pronte per scarpe, nastri, rivestimenti, pneumatici adatti a mezzi speciali. Ricette, esperienza, temperatura e tempo sono gli elementi che determinano la reazione.
Le regole stringenti della segretezza industriale – i confidentiality agreement – sono stati nel tempo un patto di fiducia e reputazione onorato con i clienti di tutto il mondo – Pirelli, Goodyear, Michelin – in ambiti di informazione sensibile. La gomma è un mondo affascinante e complesso che va da quella naturale – il caucciù – a quella sintetica derivata dal petrolio. E i polimeri sono creature alchemiche molto contemporanee con nomi fatti di sigle, come il polimero SBR che definisce una tipologia di gomma di alta qualità. Ricerca, alta qualità dei materiali e macchine costruite appositamente sono alla base del processo industriale. “La gomma è un materiale nobile, vivo e versatile che isola, resiste all’acqua, aderisce come grip, è apparentemente sempre uguale eppure è capace di infinite trasformazioni – spiega Gianluca Baioni. Per questo vogliamo aprirci a nuove applicazioni legate al design, alla cultura, fino all’interior inteso come arredo, carta da parati, complemento.
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Per ora nelle collezioni Roy Rebel ci sono scarpe, borse, zaini, accessori, una linea motorbike-lifestyle. I fogli in gomma dipinti sono pezzi unici, esperienze estetiche e visive con in più i valori tecnici della gomma”.
Apparentemente sempre uguale, la gomma è un mondo di idee, una sfida ecologica e sostenibile, una stratificazione di immaginari, una materia prima affascinante in tutte le sue configurazioni e dimensioni – in blocchi, in lastre, in banda, in foglio come fosse un tessuto. Ha un’intelligenza originaria trattenuta nella matrice della mescola ad alto contenuto tecnico; è capace di rigenerarsi e dispiegare un potenziale infinito di recupero e riciclo; ha una memoria meccanica che si apre a progressive manipolazioni simboliche e destinazioni d’uso. Con Cummis – una mescola brevettata – Roy Rebel si apre al design e alla comunicazione, e mostra come le catene del valore siano sempre esperienze di ibridazione creativa tra materie e funzioni, conoscenza, tecnica dei materiali e cultura contemporanea. La gomma nata per la strada riprende la strada, si rimette in cammino, sempre in movimento, sempre in metamorfosi.