L’entroterra è un luogo che non ha coordinate specifiche, ma caratteristiche inconfondibili, fatte di bellezza, natura, storia e storie, ma anche di vuoti difficili da riempire, di incontri rarefatti, isolamento e poche iniziative. E per quanto bene vogliamo a Giovanni Lindo Ferretti, che è stato ospite di Happennino nel 2020, non è sempre vero che “quello che deve accadere, accade”. Spesso, e questo è il nostro caso, per far accadere qualcosa, serve una volontà forte e tanti elementi che si incastrano alla perfezione, in un momento e in un luogo preciso.
La nascita di Happennino
È proprio così, per una fortunata e voluta serie di eventi, che nel 2017 ci siamo trovati a immaginare di fare qualcosa per riempire il vuoto cronico di avvenimenti e incontri che, quasi inevitabilmente, caratterizza l’entroterra appenninico, o quantomeno il “nostro”. La risposta al problema è stata da subito l’idea di un contenitore di eventi e progetti che avesse come tema centrale le aree interne e che, grazie a una felice intuizione, abbiamo chiamato Happennino. Letteralmente, far accadere qualcosa in Appennino. I fondatori sono Vittoria Podrini, Andrea Angelini e io, tre ragazzi dell’entroterra, tre professionisti della comunicazione con storie personali diverse e un unico obiettivo. Da subito abbiamo trovato una sponda istituzionale nel sindaco di Peglio Daniele Tagliolini, illuminato e compianto amministratore e amico. In poco tempo si sono aggiunti anche Sant’Angelo in Vado, Mercatello sul Metauro e Borgo Pace. Era nato Happennino – festival dell’entroterra, una rassegna multiculturale, territorialmente diffusa su quattro comuni a ridosso della Massa Trabaria.
Cosa accade
Dal 2018, ogni primo weekend di settembre, accade la piccola magia di Happennino, un frullatore di ospiti e contenuti cuciti sui luoghi, di stimoli per i locali, di buoni motivi per tutti per godersi il territorio attraverso gli eventi e di partecipare, in maniera più intima che mai, a momenti unici a contatto con grandi personaggi, con la storia e la natura. Nei giorni di Happennino – è successo – può capitare a chiunque di prendere un caffè al bar con Giovanni Lindo Ferretti, oppure di bersi un gin tonic con Maurizio Carucci degli Ex-Otago, o ancora, di chiacchierare di evoluzione in un chiosco con Marco Paolini. Nei primi cinque anni di Happennino abbiamo camminato con Enrico Brizzi nel bosco sopra l’Abbazia di Lamoli, ascoltato Nada alla Torre di Peglio, con il mondo che scorreva veloce sotto un tramonto impossibile da dimenticare, ci siamo immersi nella musica di Iosonouncane vicino ai mosaici di una domus romana, abbiamo ascoltato canzoni, parole, progetti. Un mix di formati pensati per aprire l’Appennino al mondo e allo stesso tempo portare il mondo in Appennino, per soddisfare quel bisogno di stimoli esterni e interazioni di cui l’entroterra ha incredibilmente bisogno.
Il 2022
Nell’edizione 2022, speciale per tanti motivi, si è aggiunto anche Piobbico, splendido paese alle pendici del Monte Nerone. Cinque comuni che in totale non arrivano a diecimila abitanti, spazi vuoti e bellissimi che non possono non essere utilizzati. Nella passata edizione sono stati con noi Maurizio Carucci, i Marlene Kuntz, lo Studio Mario Cucinella Architects, Emanuela Zilio della Cooperativa di Comunità Viso a Viso, il Collettivo artistico OP, il divulgatore scientifico Andrea Boscherini, Tlon, Vasco Brondi. Una grande novità del 2022 è stata la “Scuola di Futuro”, l’inizio di un percorso di formazione dedicato agli “attivatori” dei territori, persone che, in vari modi, animano luoghi di entroterra. A luglio 2022 è stata lanciata una call che ha raccolto centinaia di candidature, tra le quali sono state selezionate 40 persone, provenienti dalla Provincia di Pesaro e da tutta Italia, che hanno potuto partecipare a un workshop, con l’obiettivo di individuare e descrivere i bisogni di chi si impegna per migliorare e cambiare il destino del proprio territorio.
Il passato, il futuro
In questi anni Happennino ha seminato e raccolto molto, diventando uno degli eventi nazionali di riferimento, quando si parla di entroterra. L’avventura è stata finora emozionante e gratificante, con riconoscimenti e un’attenzione mediatica inusuale per le aree appenniniche della nostra provincia. Ormai da diversi anni, complice anche la pandemia, si parla sempre più di entroterra, borghi come destinazioni turistiche, paesi come mete per cambiare vita, in una narrazione spesso parecchio distante da quella che è poi la realtà. I paesi sono fatti di persone, con necessità pratiche, aspirazioni, bisogni culturali e spirituali. Nel suo piccolo Happennino sta cercando di dare un contributo, con l’obiettivo di far conoscere il territorio ma anche di stimolare iniziative simili alla nostra, attivare l’entroterra e rispondere a qualcuno di quei bisogni che non possiamo proprio lasciare irrisolti. Crediamo in un entroterra attivo, dinamico, centrale, capace di accogliere e mettersi in mostra e di farsi stimolare dall’esterno. Per questo e tanti altri buoni motivi, 1, 2, 3 settembre 2023, ci vediamo in Appennino.