Il progetto si insedia nel contesto portuale di Santa Fe, Argentina, che vede, dagli anni ’90 in poi, un evolversi e un mutarsi degli usi e delle funzioni che lo caratterizzavano alla nascita, cioè quelle di natura produttiva e commerciale. Il patrimonio nei paesi con una recente storia, come l’Argentina, è rappresentato principalmente dalle grandi innovazioni e trasformazioni delle infrastrutture e dei trasporti. Questi sistemi trovano compimento nei collegamenti ferroviari con le stazioni e in quelli fluviali con le attrezzature portuali. Santa Fe è di centrale importanza, in quanto città in cui sorge l’Elevador de Grano, manufatto in cui convergono questi due sistemi. L’Elevador è un edificio con una forte relazione sia con la dimensione urbana in cui si trova, sia con la vastità del territorio della pampa. L’intento è quello di trattare la preesistenza come un monumento, lavorando e progettando il suo intorno, senza snaturare la sua essenza. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio sistema di spazi pubblici all’interno di Santa Fe, riattivando il vecchio anello ferroviario ormai in disuso. Si pensa all’Elevador come terminal di questo anello, in cui possano confluire flussi di diverso genere, da quello ciclabile a quello navale, trasformandolo quindi in un grande spazio, sia pubblico che produttivo, dotato di vero e proprio hub di trasporti. La strategia progettuale viene rintracciata nel riscoprire e testimoniare i differenti paesaggi storici che hanno caratterizzato il porto di Santa Fe dalle sue origini alla data odierna: quello naturale, artificiale, inerte e urbanizzato, paesaggi di cui ci parla Javier Fedele nel suo libro Puerto de Santa Fe. Si tratta quindi di un grande spazio pubblico realizzato attraverso un dispositivo formale, una piastra che si modella, si modifica, costruendo ambiti, ritagliando spazi, agendo di volta in volta in modi differenti.
Lo scopo funzionale è quello di reinterpretare il ruolo che ha avuto nella storia, quello legato alla produzione alimentare, andando così a tradurre e valorizzare il tema del cibo in una chiave più moderna, cioè quella legata al turismo gastronomico. Troviamo quindi tre macro temi: quello della filiera del cibo, quello del patrimonio e quello dell’hub di trasporti, i quali dialogano attraverso un percorso unitario, lungo il quale sono collocati gli elementi di distribuzione e i servizi, questi ultimi rivolti sempre verso il fiume per ritrovare quella relazione ormai persa negli anni. L’intenzione è quella di costruire un racconto delle diverse declinazioni che può avere il tema del cibo attraverso una sequenza ordinata di funzioni. È quindi un percorso narrativo ritmato dalle connessioni verticali, con un microsistema più puntuale e minuto che crea un’ulteriore scansione spaziale.