Laveno Mombello, luogo di progetto sulle rive del Lago Maggiore, è un paesino adagiato fra due massicci colli che verso valle definiscono una piccola insenatura; è un porto silenzioso che costituisce uno dei principali imbarcaderi del lago. Questo luogo ha una storia del territorio e dei suoi abitanti molto legata all’industria “Società Ceramica Italiana” che portò Laveno ad ospitare ne 1935 il più grande forno elettrico d’Europa e che influenzò radicalmente lo sviluppo del territorio, modificandone il disegno di strade, infrastrutture e ferrovie nonché l’assetto artistico e socio-culturale. Nel 1997 la Società, dopo 141 anni di attività, chiuse definitivamente “spegnendo” la vita del paesino.
Intervenire oggi sulla manifattura di Laveno significa maneggiare una storia che affonda le radici profonde nella memoria. La trasformazione dell’ex stabilimento industriale sul lago Maggiore, luogo ricco di straordinarie opportunità naturalistiche e architettoniche, è stata un’occasione per ricreare e riallacciare i legami tra il sito e la città, tra gli utilizzatori e gli abitanti dei luoghi, tra passato, presente e futuro.
Il progetto propone un modello di architettura a finalità educativa materializzando, attraverso le proprie imponenti dimensioni, una vera e propria città del bambino “capace di rispondere dai primi e più teneri momenti cognitivi, fino alle più articolate sfaccettature dell’adolescenza; ma è anche un contesto ideale per l’adulto, definendo un centro di servizi utile non solo al turista, ma anche e soprattutto al territorio.”L’edificato esistente, che si presenta come un sistema chiuso formato da una successione confusa e disordinata di ambienti con le più disparate forme geometriche, diventa un sistema aperto che attraverso penetrazioni, trasparenze e nuove relazioni, lo trasformano in una parte stessa della città. La creazione delle corti interne è pensata in funzione dei diversi flussi rispetto ai luoghi. Tutto il sistema è retto da un unico elemento che si articola in tre diversi percorsi che cambiano natura: diventano infatti passerella, piazza sopraelevata, rampa di accesso, uscita, corridoio tra gli edifici, oppure percorso tematico definendo le relazioni tra i diversi ambienti. I percorsi, divisi per ordini di scuola, si incontrano solo all’inizio e alla fine e intrecciandosi tra loro, senza mai toccarsi, collegano i diversi spazi permettendo al bambino di intraprendere un “viaggio” che richiede l’utilizzo di tutte le sue “intelligenze”! (Gardner).