Frontemare
Cristiana Colli
Marzocca è un fronte mare, ed è anche Demanio Marittimo.Km-278. Un punto di osservazione/interpretazione, e il pensiero va alla magnifica immagine di Bruce Chatwin dell’archeologa Maria Reiche che studiava le linee di Nazca nel deserto, divenuta icona della Biennale di Architettura 2016 che Alejandro Aravena ha intitolato Reporting from the front. Così le sponde dell’Adriatico vicine nella geografia, sono un fronte mare che contiene e racconta le transizioni della modernità, dilata la geografia e la geopolitica, e risuona. Con parole come Durazzo e Valore che sono riverberi, da quando 25 anni fa, era il 1991, hanno ridisegnato l’immaginario delle migrazioni contemporanee, con rimandi archetipici alla categoria dell’esodo, reso plurale, quotidiano, di prossimità. Esodo che obbliga sulla permanenza della necessità vitale; esodo che interroga sulle sue metamorfosi che diventano comunità, cura, conoscenza, progetto. Fronte mare che diventa patria non perché grande o piccola nazione ma per il pensiero che contiene, il linguaggio, le visioni, i significati. Per chi progetta lo spazio pubblico temporaneo o permanente, e gli oggetti di vita; per chi rende manifeste icone e simboli. Il fronte mare di Marzocca dispiega il suo racconto per il tramite di discipline che accettano di superarsi e di contaminazioni che generano alterità – non in forma di nuova alienazione ma come dispositivi e gesti di rinnovata emancipazione. Alla sesta edizione questo frammento di spiaggia inattuale si mantiene in cammino e in ascolto, fronte, hub culturale – online e offline – piattaforma di progetto per nuove e vecchie questioni. Intuite in lontananza, impaginate in forme morbide, rese mobili dalla luce che sola definisce più che geometrie aloni, scie, territori da comprendere, confini da oltrepassare.
Beach-Topia ovvero l’utopia della Spiaggia
Pippo Ciorra
Per la sesta volta una strana comunità si riunisce sulla nostra spiaggia. Sono artisti architetti pensatori osservatori creativi e analisti vari. Insieme a migliaia di giovani che cercano domande e risposte rilevanti per il loro futuro. Ciò che ancora una volta tiene insieme questa comunità e la sequenza di piccole utopie che la contraddistingue: l’idea che ci siano nuove forme di cittadinanza “dopo la città”; la convinzione che le geografie – come quella adriatica – cambino velocemente, spinte dagli umani e dalla natura, e che con loro cambino anche i nostri saperi e il modo in cui i saperi si relazionano al mondo; la convinzione che le arti e gli ingegni creativi possano dare un contributo essenziale alle scienze umane nel fronteggiare questi cambiamenti. Purtroppo da quando un anno fa il curatore della Biennale Architettura ci ha chiesto di mandare i nostri rapporti “dal fronte” l’idea del fronte si è fatta sempre più drammatica e invadente, coinvolgendo sempre più da vicino le nostre esistenze. Allora gli architetti, gli artisti e tutti gli altri convergono a Demanio per collaborare a riportare l’idea del fronte là dove deve stare, lontano dalla guerra e dallo scontro di civiltà e dalla parte della ricerca, dei confini aperti, del progresso civile, dell’innovazione estetica/sociale, delle piattaforme per la convivenza e la condivisione. Un tempo frontiera arcigna e bifronte della
guerra fredda, oggi luogo dove si specchiano vitalità creative interessanti e sempre più aperte allo scambio, l’Adriatico diventa ancora una volta il luogo ideale per parlare a e con tutto il mondo, per confrontarci su come cambiano l’idea di architettura e quella di arte, il concetto di nazione e quello di migrazione e per riflettere sui molti modi in cui gli sguardi più avveduti registrano e riflettono questi cambiamenti.
Edizioni Precedenti
Vuoi entrare nella nostra Community?