Dieci ceramisti locali hanno impreziosito con la loro arte le alzate della scalinata pubblica che unisce corso Vittorio Emanuele II a via Candido Augusto Vecchi. Questa nuova scenografia urbana, promossa dal Comune di Ascoli Piceno, si apre ai turisti e ai cittadini lungo il frequentato corso che collega la stazione al centro storico di Ascoli Piceno e intercetta gli sguardi curiosi di chi entra in città da est.
Inaugurato il 10 luglio 2024, il lavoro corale di Andrea Fusco, Anna Maria Falconi, Barbara Collina, Barbara Petrelli, Barbara Tomassini, Cinzia Cordivani, Giulia Alesi, Giuseppina Di Spurio, Luciano Caponi e Patrizia Bartolomei – artisti componenti dell’associazione ArtAp nata nel 2022 – si esprime in 884 mattonelle di dimensione 15×20 cm, ritmate da raffigurazioni che richiamano la tradizione artistica del territorio. Scorci ascolani, figure e stilemi del Crivelli, stemmi della Quintana e tipiche vedute vernacolari si alternano a decorazioni naturalistiche e astratte, scandite dal componimento in dialetto ascolano “Ascoli miè bella” del maestro Emidio Cagnucci.
L’intervento realizzato dalla ditta Panichi, secondo in lunghezza solo alla scalinata di Caltagirone, si configura come la vetrina più importante per una città come Ascoli, strettamente legata alla ceramica tanto da entrare nella rete delle “Città della Ceramica”. Il museo civico dedicato – Museo dell’Arte Ceramica inaugurato nel 2007 – occupa il chiostro della romanica chiesa di San Tommaso. Racconta una storia che affonda le sue radici in epoche arcaiche – italica, romana e altomedioevale – ma soprattutto nei bacini in maiolica rinascimentale del XV secolo e si estende ai giorni d’oggi attraverso l’abate olivetano Valeriano Malaspina e la fabbrica settecentesca di maioliche nel Monastero di Sant’Angelo Magno, o ancora la famiglia Paci con Giorgio (1763-1811), i figli Luigi e Domenico e i nipoti Emidio e Giorgio, fino alle manifatture Matricardi e F.A.M.A.

