Tra il 25 e il 27 marzo 2022 studenti e docenti della SAAD di Ascoli Piceno hanno occupato per la prima volta gli spazi ibridi e flessibili del Centro Sociale Adriatico, da quel momento in poi campo-base delle attività legate a Marzocca Re-Lab. La scelta del Centro Sociale, già cinema/teatro e luogo di appartenenza trans-generazionale, ha assunto più significati: quello legato alle memorie di luogo che lo riconoscono come spazio culturale, di intrattenimento, spettacolo e socialità; quello più propriamente funzionale legato alle attività di Marzocca Re-Lab; infine quello di spazio-simbolo di una potenziale esperienza di rigenerazione. Le caratteristiche architettoniche, le dimensioni e la multi identità di questo spazio hanno consentito una feconda sovrapposizione funzionale tra i tre workshop di progettazione, le sette conferenze aperte alla cittadinanza, le presentazioni dei progetti di residenza dei due artisti, le esposizioni degli output di ogni workshop con le relative critiche pubbliche alla presenza di ospiti esperti.
Nello specifico, gli studenti partecipanti al primo Urban Workshop hanno letto e mappato a scala urbana il caso-studio Marzocca, frammento tipico del sistema Città Adriatica, con emergenze peculiari quali i villini a mare di Ubaldo Fiorenzi, i lidi militari, i camping. Quattro macro temi sono emersi tra gli altri: lo stretto lungomare longitudinale e le sue sporadiche connessioni con la città; i grandi edifici dismessi e il rapporto con la statale SS16; il camping adiacente alla ferrovia come ponte tra campagna e spiaggia; il nodo trasversale della stazione e del sottopasso. Spiaggia, luoghi residuali, spazi stagionali e infrastrutture di cerniera sono divenuti luoghi di esperienza, analisi e progettazione. Questi temi sono stati tradotti dagli studenti in quattro grandi tavole di compensato 150x100cm, supporto fisico di un collage cross-mediale fatto di disegni, planimetrie, schizzi, modelli, fotografie, video e connessioni fisiche o metaforiche. Un esercizio a metà tra analisi e progetto, poi diventato la base di partenza del Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana tenuto dal prof. Pippo Ciorra e svolto lungo tutto l’arco del secondo semestre dell’anno accademico 2021-22.
Due gli eventi pubblici: quello di venerdì 25 marzo alle 18:00 per la conferenza del geografo Franco Farinelli dal titolo “Adriatico terra anfibia”, e quello di domenica 27 marzo alle 11:00 con la fotografa Paola De Pietri dedicato alla sua ricerca visiva caratterizzata da una speciale attenzione al tema del paesaggio in diversi contesti italiani e internazionali. La stessa De Pietri ha partecipato attivamente al workshop, guidando gli studenti nella difficile operazione di lettura di Marzocca. Itineranti sul lungomare, attenti e curiosi tra i vicoli e la SS16, tra gli assi infrastrutturali che connettono campagna e mare, gli studenti hanno imparato ad ascoltare il paesaggio, per raccontarlo con il linguaggio proprio della fotografia.
Responsabile
Pippo Ciorra
Gruppo di lavoro
Nicola Alessandroni
Antonia Aurilio
Luca Di Lorenzo Latini
Arianna Panzini
Elvira Romani
Gilda Tormenti
Studenti del corso di Progettazione Architettonica e Urbana Corso di Laurea Magistrale in Architettura SAAD – Scuola di Ateneo Architettura e Design “E. Vittoria” Unicam – Università di Camerino
Anna Albertini
Pietro Antoniani
Luca Apolloni
Andrea Binarelli
Cristiano Bonasorte
Agathe Bonduaeux
Jonatha Cecchi
Andrea Noele Cipollini
Ludovica Cucculelli
Lorena Daidone
Zoe De Pascale
Gianluigi Di Pineto
Stefano Gullì
Jasmine Hamyda
Maeliss Medjake
Nicole Palpacelli
Dragos Nicolaie Simion
Ethel Urbani
Franco Farinelli
Ha illuminato menti e pensieri, ha parlato di simboli e mappe, ha raccontato visioni del mondo. Ambiguo e anfibio, l’Adriatico non è un mare ma un romanzo, un modello, un pensiero, un’idea, un impianto, una piattaforma, un progetto. L’Adriatico è vibratile, limes tra culture politiche e civiltà. Il luogo dove Oriente e Occidente si sono affrontati in maniera diretta, il mare che trasforma la natura in cultura. L’Adriatico è il mare del nesting, dell’annidamento, dove ogni cosa è dentro l’altra, dove la differenza si addomestica.
Paola De Pietri
Ha parlato di persone e luoghi, del punto zero della fondazione – della casa, della famiglia, della comunità. Ha parlato di permanenza e di processi che stanno all’origine di ogni cosa e ha ricordato che “quello che manca è importante come quello che c’è”. Ha raccontato tre storie: i luoghi della grande guerra (To Face), Istanbul (Istanbul New Stories) e il paesaggio agrario contemporaneo dell’Emilia-Romagna (Da inverno a inverno). Durata e necessità – ha detto – sono i confini entro i quali si muove la sua ricerca.