Se il primo Urban Workshop ha lavorato sulla dimensione urbana, leggendo Marzocca come frammento esemplare della Città Adriatica, il terzo workshop, svolto tra il 6 e l’8 maggio 2022, si è concentrato su una scala più ravvicinata. L’area di progetto coincide con il baricentro intorno al quale ruota l’intero sistema Marzocca: una porzione compresa tra la ferrovia e il litorale, a cavallo del sottopasso di via Portofino che collega la SS16 con il lungomare. Da un lato ci sono la stazione, il parcheggio di piazza Cameranesi e un piccolo residuo urbano triangolare all’incrocio con via Garibaldi. Dall’altro il lungomare, la spiaggia e uno spazio pubblico situato accanto al sottopasso ferroviario. I quattro gruppi di progettazione – formati da tredici studenti selezionati tramite call dal cluster Metropolis della SAAD di Ascoli Piceno – avevano a disposizione quattro differenti assonometrie stampate su pannelli rigidi 150x150cm raffiguranti la medesima area di progetto vista da quattro “occhi satellitari” diversi: nord, sud, est e ovest. Su questa base assonometrica gli studenti hanno tracciato i propri progetti, disegnati sovrapponendo fogli di carta da lucido formato A3. Modificando, distorcendo, ritoccando direttamente il disegno finale bidimensionale con la sintassi e la semantica della proiezione parallela tridimensionale, hanno ribaltato il tradizionale processo progettuale, rinunciando a piante, sezioni o altri disegni preparatori. Un esperimento di metodo – un ex tempore progettuale – per scoprire quanto lo strumento di rappresentazione e il punto di vista influenzino il progetto stesso. I momenti aperti al pubblico hanno coinvolto venerdì 6 maggio alle 18:00 il biologo marino e narratore Fabio Fiori con il suo trekking-reading in forma di itineranza sulla riva adriatica, tra l’arenile e la battigia, e domenica 8 maggio alle 11:00 il designer Riccardo Diotallevi che ha dedicato il suo intervento all’iconografia balneare, ai simboli e agli stilemi, e più in generale alla cultura visiva che ha accompagnato e accompagna l’immaginario del mare e delle vacanze.
Responsabile
Luca Di Lorenzo Latini
Gruppo di lavoro
Nicola Alessandroni
Antonia Aurilio
Arianna Panzini
Elvira Romani
Gilda Tormenti
Studenti del Cluster Metropolis Corso di Laurea Magistrale in Architettura SAAD – Scuola di Ateneo Architettura e Design “E. Vittoria” Unicam – Università di Camerino
Marta Amabilli
Asia Ancillai
Katy Caraffa
Emmanuele Carbonara
Jonatha Cecchi
Andrea Noele Cipollini
Debora Di Francesco
Stefano Gullì
Stefano Marconi
Giada Marmorè
Niko Mercuri
Mattia Pepe
Dragos Nicolae Simion
Fabio Fiori
Ha camminato con gli studenti sulla spiaggia e sul lungomare di Marzocca. Sotto la pioggia, ha insegnato loro a leggere il mare e la battigia. Ha letto poesie e saggi sull’Adriatico, un mondo a sé che come tutti i mari cambia di giorno in giorno e di ora in ora. Passi di Sergio Anselmi – nato qui – sulla burrasca di maggio; di Fernand Braudel e di quella meravigliosa immagine delle pianure liquide; di Umberto Saba – triestino; di Mariangela Gualtieri sull’inquietudine e la rivelazione delle secche quando il mare si ritira con la bassa marea. Ha spiegato perché questo mare è una foresta blu, e quando ha raccontato del suo rapporto con Predrag Matvejevic tutti hanno capito cos’è veramente il mare dell’intimità.
Riccardo Diotallevi
Ha percorso le carte nautiche e ha raccontato i luoghi in mare a partire dai punti cospicui, leggendone i segni, le forme, i volumi, i vuoti e i pieni, le dimensioni, la vicinanza, la prossimità e l’orizzonte. L’urbanistica, il design e l’iconografia balneare sono ricerche e attenzioni di una vita. Muretti, ombrelloni, lettini, gelosie, lamiere, paratìe, sacchi di sabbia, conchiglie, vele, il pattino con i remi, il monumento a Ubaldo Fiorenzi sono stilemi a volte pop a volte filologici. Nel trionfo del digitale, i Baci da Marzocca, tradizionali messaggeri di carta, sono saluti non da un luogo, ma da un immaginario.
Moreno Cedroni
Da quel palco sul quale recitava con il vestito di Arlecchino, Moreno Cedroni si è raccontato. In quel palazzo ha abitato, in quelle strade è cresciuto, e nei suoi ricordi Marzocca è il sentimento del tempo lento e delle stagioni, un lungomare lunghissimo fatto di sabbia, e poi con il cambiamento e le opere marittime divenuto di ghiaia. Su quel lungomare nel 1984 ha aperto il suo ristorante, figlio di un sogno e di una passione prepotente – senza quella non accade nulla. Ha voluto che fosse lì, su quel lungomare, su quella spiaggia, di fronte a quella Madonnina; lì c’è il romanzo di formazione, il profumo e i ricordi dei cibi preparati da Santina, e quel senso infinito del mare che c’è solo lì. La “Madonnina del pescatore” non è un ristorante, è da molto tempo il luogo di un’esperienza, un tempio, una tappa imperdibile per viaggiatori del gusto esigenti e cosmopoliti. È un esercizio di progettualità legata all’interior design e all’architettura; un laboratorio alchemico di ricerca e trasformazione delle materie; un polo creativo di invenzione continua; un orto marino fatto di essenze e memorie del paesaggio costiero. La “Madonnina del pescatore” è un centro di elaborazione del pensiero e del gesto che si irradia su format complementari dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Il resto è storia – stage da Ferran Adrià, una ristrutturazione importante nel 2001, la seconda stella nel 2006, e poi una ricerca infinita, una cura maniacale, una sala pluripremiata insieme a Mariella – lei c’è da sempre. In mezzo a tutto questo Anikò, Il Clandestino, Il Tunnel, l’Orto Marino. E tante altre cose, idee, nomi, scatolette, salumi ittici, libri, programmi televisivi, viaggi di ricerca e conoscenza, ricette e menù studiati e pensati in tanti giorni e tante notti di fronte al mare, erbe e grugni dell’arenile, suoni e risuoni della battigia. Ambasciatore da molto tempo della sua terra ha fatto di Marzocca una tappa nel gran tour dei desideri contemporanei legati al cibo e all’enogastronomia, la meta di nuove mappe e nuove geografie. Le stelle non sono mai mancate e con loro premi e riconoscimenti. Non solo al talento cristallino di Moreno – Moreno non è uno chef, è “anche” uno chef! – ma alla cura e alla grazia di Mariella – la Signora della Sala. Accompagnando gli studenti nel Tunnel ha ricordato loro che “… stare bene dove si sta è un obiettivo e un atteggiamento”. Per esempio a Marzocca?
Fabio Fiori
Insieme hanno calpestato le rive, rispettato le creature viventi che abitano quei luoghi, ascoltato l’Adriatico delle parole e delle storie, dei suoni e dei nomi. E poi nel Centro Sociale Adriatico, Fabio Fiori ha risposto a domande, inanellato ricordi e racconti di viaggio, alfabeti e consonanti che scivolano tra le tante J che abitano questo mare.
I viaggi per mare e per terra, a vela a piedi e in bici sono parte fondamentale della sua ricerca, anche narrativa. Ne è un esempio il libro Abbecedario adriatico. Natura, cultura e sapore (ediciclo editore, 2022) presentato nell’occasione grazie alla collaborazione con la Biblioteca Luca Orciari di Marzocca, la Libreria Sapere UBIK di Senigallia e l’Associazione Confluenze Senigallia.
PluService
La mobilità sono cerchi concentrici che si propagano, scavano e ridisegnano la città, l’accesso, i servizi. Al centro c’è la persona, con le sue esigenze, i suoi bisogni e i suoi desideri. Niente è solo tecnico, tutto si muove in sincronia: è un sistema virtuoso guidato da algoritmi che incrociano e ottimizzano dati su dati su dati. Le connessioni della mobilità sono il corpo vivo, il sistema venoso e nervoso della smart city di qualunque dimensione, l’infrastruttura cognitiva che governa flussi, punti, opportunità. I luoghi di queste elaborazioni sono ecosistemi professionali sofisticati, fatti di competenze trasversali – scientifiche e umanistiche – chiamate a leggere e riconoscere la vibratilità delle aspettative dello stile di vita e di lavoro delle comunità, delle persone e dei territori con mappe concettuali che aggiornano flussi, dati, fonti. Fondata da Giorgio Fanesi, dal 1988 PluService ha a Marzocca il suo head quartier, dove opera con spirito preveggente e pionieristico, con una rigorosa policy legata alla protezione dei dati sensibili, e visioni di sviluppo che superano la risposta funzionale per diventare piattaforme collaborative integrate. Grande reputazione, partecipazione a progetti internazionali come quello con Toyota, una capillare penetrazione sul territorio italiano e non solo, una minuziosa conoscenza del mondo della mobilità, del transito, dei servizi pubblici. My Cicero è il prodotto-icona, un’app con tre milioni di utenti e 800 operatori coinvolti, un network, una comunità di convenienze incrociate in cui coabitano forme della cittadinanza digitale, stakeolders, imprese città e territori; un programma dove la profilazione, le premialità e le fidelizzazioni incrementali sono la rappresentazione di un paesaggio intelligente e smart a diversa scala – individuale, locale e sovraterritoriale insieme.