Il gruppo di lavoro si è a lungo interrogato sui molti significati che possono assumere gli spazi educativi durante la prima fase del percorso scolastico dei piccoli cittadini di Pieve Torina e delle aree adiacenti duramente colpiti dal sisma del 2016; come la creazione di un certo tipo di ambienti possa incentivare o preludere stimoli creativi e logici, oppure accrescere la capacità relazionale e sociale dell’individuo.
Con la volontà di rendere occasione positiva anche la tragica vicenda della distruzione causata dal sisma e da essa voler progredire e non solo ‘sopravvivere’, l’approccio progettuale sperimentato è stato avviato ponendo quale obiettivo imprescindibile la capacità di tenere insieme i diversi elementi: la qualità spaziale, la sicurezza delle strutture, il comfort e la sostenibilità ambientale, la sperimentazione costruttiva, ma anche la velocità di realizzazione e l’ottimizzazione dei costi. Non ultimo, il processo progettuale intrapreso ha tentato di sperimentare un approccio collaborativo, inteso come la volontà di coinvolgere in un dialogo continuo e paritetico i diversi attori presenti, portando a sintesi non addizionale ma critica le diverse istanze: la Fondazione Rava Onlus donatrice del progetto e attenta sostenitrice dei bisogni silenti dei bambini, il Comune che del progetto è il naturale beneficiario nonché principale custode nel tempo, l’impresa esecutrice e i progettisti stessi che hanno contribuito sia cercando di iniettare principi di innovazione sia mettendo a sistema, secondo la propria sensibilità, le variegate e fervide sollecitazioni.
Come noto, a seguito degli eventi sismici che hanno colpito le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo nell’ottobre del 2016, il comune di Pieve Torina nell’entroterra maceratese, al pari di alcuni comuni limitrofi, ha subito gravissimi danni alle proprie abitazioni, alle infrastrutture e agli edifici pubblici. In particolare le lesioni riportate dalla scuola dell’infanzia hanno di fatto reso necessaria la demolizione dell’edificio, richiedendo un immediato trasferimento dei bambini all’interno di una struttura temporanea.
La nuova scuola sorge sul lotto in cui era ubicata la struttura prima del sisma dell’ottobre 2016, all’interno di un comparto urbano definito e a vocazione scolastica, sostanzialmente privo di interferenze dei sistemi viari esterni. Su esplicita richiesta dell’Amministrazione il progetto è stato impostato, fin dalle prime riflessioni funzionali e distributive, per essere realizzato in tempi rapidi e per dare quindi risposte alle oggettive e urgenti esigenze della comunità, seppur concepito per rimanere quale struttura permanente. La Fondazione Francesca Rava si è assunta l’onere della ricostruzione di una struttura permanente, impegnandosi a consegnarla in tempi rapidi.
La volontà di pensare lo spazio già come fattore ‘educativo’ in sé e non mero contenitore ha influenzato profondamente le scelte progettuali, permettendo di configurare gli ambienti a misura dei bambini rendendoli adeguati a ospitare dinamiche giocose, creative, e a facilitare interazione tra i piccoli utenti. Gli ambienti interni ed esterni sono stati pensati per assicurare comfort, impostando le differenti scelte su valori ormai imprescindibili quali la sostenibilità economica ed ambientale. L’edificio è caratterizzato dall’impiego di materiali con un elevato grado di sostenibilità – quali il legno per le strutture, la fibra naturale di paglia per alcuni tamponamenti, i pannelli in fibra di canapa per il cappotto, la lolla di riso per il sottofondo, la copertura a verde estensivo, ecc. – in grado di garantire prestazioni strutturali e termo-acustiche molto elevate. Nella scuola sono presenti alcune opere donate dall’artista Silvio Cattani.