I sassi e i pixel, comunità e community
Cristiana Colli
I sassi i pixel e il QArtCode, un intervento autoriale non una semplice traduzione in chiave tecnologica. Questa trasfigurazione svela i significati, le poetiche, le grammatiche e i linguaggi di un processo infinito e circolare che va dalla comunità alla community, dalla prossimità delle geografie fatte di muri paesaggi e luoghi alla globalità della rete con i suoi dialoghi e le sue complesse relazioni. Assi cartesiani divenuti mobili, come mostrano la storia di Tanja Alexia Hollander e lo sviluppo del Padiglione Crepaccio at yoox.com entrambi e diversamente paradigmi e metafore di una transizione, interroganti cortocircuiti sulla necessità e l’illusione del confine e della conoscenza. Così l’interconnessione non si riduce alla simultaneità ma interviene sulle matrici come virus di nuove e fertili contaminazioni; così la potenza narrativa e visionaria dei paesaggi e dei progetti nei tanti territori del mondo si intreccia con le incursioni interstiziali della rete come factory di poetiche e neo-manifatture. Alla terza edizione DM.KM-278 è sempre più un’antenna verso il cielo, un radar di tracce e segni, un microscopio e un telescopio, un punto di contatto tra il qui ed ora e l’Altrove. E forte delle sue identità multiple è divenuto ciò che è sempre stato, un progetto virale
che si sviluppa su 12 ore e anche su 364 giorni, sulla spiaggia di Marzocca e nelle comunità adriatiche ma anche nella community di un nuovo spazio pubblico, www.mappelab.it.
Architettura
Pippo Ciorra
Architettura è oggi un concetto meno solido e chiuso di un tempo. Sempre meno è limitato agli edifici costruiti o ai progetti che li rappresentano, sempre più si espande verso l’attività dei musei, le pratiche installative e artistiche, l’attivismo politico e spaziale. Questo da un lato rende l’architettura più debole, vulnerabile alle incursioni dell’arte, dell’antropologia, del mercato – basta pensare a quanta “architettura” fanno oggi gli artisti – e dall’altro le offre nuove possibilità e nuovi spazi concettuali. Non a caso diminuiscono – o si indeboliscono – le riviste tradizionalmente strutturate per “far vedere” l’edificio, i suoi spazi, i dettagli costruttivi, e guadagnano spazio le piattaforme di comunicazione, discussione e produzione di eventi: riviste web, blog, festival, biennali e triennali che ormai spuntano come funghi. Alla sua terza edizione Demanio Marittimo comincia a precisare meglio quale può essere il suo ruolo in un campo di battaglia (per la sopravvivenza dell’architettura) così difficile e accidentato. Un ruolo doppio e simmetrico: da un lato confermare la missione ultima dell’architetto, chiamando i progettisti più bravi e innovativi a raccontare le storie dei loro edifici e il loro impatto sullo spazio fisico e sociale; dall’altro alimentare il dialogo tra architettura arti design editoria impresa affinché gli architetti affrontino l’incertezza dei confini disciplinari con consapevolezza ed entusiasmo, pronti a trasformarla in nuovi e aggiornati temi di progetto.
Edizioni Precedenti
Vuoi entrare nella nostra Community?