Il ritorno è En plein air – una citazione che rimanda alla dimensione reale, simbolica e progettuale dello stare fuori e dello stare insieme. Un programma organico, animato da un respiro ampio, magicamente raccontato dai tatoo digitali di ma:design – ritratti di creature anfibie tra il mare e i fiori, le conchiglie e i boschi, questo mondo e tutti gli altri. Il contesto è una piazza di fiori e piante affacciata sul mare, una selva gentile nella quale fare comunità con un progetto tutto al femminile – Sara De March, Marta Possiedi, Martina Dussin, Elisabetta Bortolotto – arrivato dallo IUAV, la scuola scelta per il contest dell’edizione 2021.
La 12 ore di Demanio è un paesaggio nel paesaggio animato dalla partecipazione giovanile ampia e gioiosa sulla spiaggia e sul tavolo in mare; è un’edizione aperta dal ricordo di Cristiano Toraldo di Francia, e proseguita con un maestro del territorio speciale – Adolfo Guzzini – un uomo e una dinastia industriale protagonisti della storia della cultura, del design, della produzione industriale italiana nel mondo. Storie di confine e di ibridazione come quella di Innocenzo Prezzavento, una rivelazione; progetti legati al patrimonio nel racconto di Luigi Gallo; programmi di promozione dell’arte contemporanea dentro e oltre le istituzioni – Casa Balla e Una boccata d’Arte. Attorno e accanto, paesaggi sottomarini – abissi, sirene, creature mitologiche lungo le rotte millenarie di un mare sempre più digitale, fatto di relitti e cavi in fibra ottica, infrastrutture mutazioni morfologiche e piattaforme che sono oasi speciali di biodiversità; anniversari – Dante tra filologia, arte contemporanea, pubblicità e mezzi di comunicazione di massa – e Ustica con i suoi misteri e le sue elaborazioni; l’Oriente d’Europa con le sue voci diverse: l’altra sponda dell’Adriatico con Più grande di me. Voci eroiche dalla ex Jugoslavia, a cura di Zdenka Badovinac e Giulia Ferracci, e il fronte albanese con la partecipazione di Ajola Xoxa – founder con Driant Zeneli della piattaforma harabel.com.al.; i mondi lontani di Davide Quadrio con Through the Gates, il video di apertura della 13a Biennale di Gwangju avvenuta in pieno lockdown; il dato come contenuto cognitivo, esperienza personale e collettiva, fattore di produzione culturale, cuore del dialogo tra il filosofo Maurizio Ferraris e Carlo Birrozzi, Direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
E poi tanta giovane architettura e accademia, accanto a figure di rilevanza internazionale, si sono ritrovate a discutere di pratiche, ricerche e forme di impegno comune. L’ambiente, la tecnologia, la cultura urbana e quella artistica, l’inclusione, la formazione sono alcune delle sfide che riguardano le prospettive della professione nello spazio fisico, politico e concettuale contemporaneo. Tra i partecipanti gli organizzatori della mostra, ancora inedita e presentata per la prima volta in forma digitale in questa occasione, The New Domestic Landscape New York 1972/Venice 2020, il collettivo Orizzontale per un confronto sulla possibilità di approcci nuovi e “diversamente progettuali” allo spazio pubblico en plein air. Con loro hanno dialogato Simone Gobbo (Demogo), Lina Ghotmeh, Maristella Casciato, Marco De Michelis, Giovanni Corbellini, Manuel Orazi, Jonathan Pierini e Sara Marini, il gruppo di Eterotopia col documentario “Eterotopia La Maddalena” e la performance “abitabile” tra spiaggia e mare – a cura di Carlotta Franco, Giuditta Trani, Edoardo Tresoldi, Ludovica Battista, Ginestre, AN/CO. Come sorprese gastronomiche le leccornìe dello SPACCIO – spiriti alimenti & diversi di Senigallia e il pucked lunch a sorpresa di Paolo Brunelli – una specie di Happy Meal in edizione speciale per Demanio.