L’arrivo degli edonistici anni 80 a Comunanza, piccolo centro dell’entroterra piceno, è metaforicamente segnato dalla comparsa di una audace e aliena balconata/belvedere sull’argine sinistro del fiume Aso. Progettata da Innocenzo Prezzavento come parte integrante del nuovo prospetto posteriore del Municipio, appare oggi come fiera testimone del suo tempo, simbolo di un’epoca che guardava con speranza e utopia al futuro. Un’epoca che aveva coraggio di misurarsi alla pari con la storia.
L’intervento di Prezzavento vuole distaccarsi formalmente e matericamente dal corpo originario: l’uno simmetrico, in mattoncini a vista e ornato di modanature, bugnati e cornici; l’altro brutalista nell’uso del calcestruzzo armato a vista, dissonante e perturbante. Il progetto di ampliamento del Municipio si annuncia sul fronte urbano in modo ambiguo e metafisico, attraverso una sottile linea d’ombra che sospende la nuova copertura dalla facciata storica principale, lasciandola fluttuare autonomamente nello spazio. Parte integrante di una strategia a scala urbana che comprendeva la realizzazione del Parco fluviale lungo le due sponde dell’Aso, l’intervento esprime muscolarmente tutta la sua vitalità costruttiva proprio sul fronte verso il fiume, opposto alla città “nuova” e in stretto contatto visivo con il margine della città storica, due metà divergenti unite solo da un piccolo ponte carrabile.
Il grande terrazzo circolare a sbalzo, l’elemento principe della composizione. Più di 50mq sorretti a mensola da un sottile setto rastremato. È il frutto più evidente della stretta collaborazione tra Prezzavento e Alessandro Inghilleri, che calcola in modo innovativo la struttura in calcestruzzo armato, sfidando di volta in volta il proprio intuito empirico con carichi orizzontali o eccentrici.
Il grande terrazzo panoramico è la soluzione a un problema congenito nello sviluppo urbanistico di Comunanza. Attraversando la città lungo gli assi infrastrutturali principali – Viale Ascoli e Viale Dante – non si aveva all’epoca nessuna percezione del centro storico e del fiume, tranne che per il breve squarcio visivo in corrispondenza del vecchio ponte. Grazie al progetto un nuovo asse squarcia la sezione trasversale e dona al passante una vista frontale d’insieme dell’intero nucleo storico al di là dal fiume. Un affaccio che altro non è che un proseguo – attraverso l’androne del Municipio – della piazza principale del paese, Piazza Garibaldi. Un prezioso incremento di suolo pubblico che si aggiunge alla riconquista della sponda fluviale sottostante, grazie a scale e percorsi pedonali al di sotto del belvedere fino al livello del fiume. Il prospetto della parte ampliata non è mai stato pensato come un retro dell’edificio ma come un secondo fronte d’ingresso verso il centro storico. Da qui la forte caratterizzazione e la voluta imponenza dell’intervento con il grande sbalzo del belvedere a segnalarne la presenza e l’importanza anche da lontano. Solo così l’edificio riesce a prevalere e stagliarsi sul disordine e la casualità del contesto – il retro edilizio della città nuova – quale punto di fuoco visivo ed elemento di ordine e pensiero progettuale.