Un nome. Un luogo. Un progetto
Cristiana Colli
Proprio lì, sulle matrici della nostalgia e delle parole -Lido del Carabiniere, Lido del Finanziere, colonia elioterapica della Marina – lì dove c’è una spiaggia in-attuale e contemporanea. Lo è sempre stata contemporanea Marzocca fin dai primi decenni del secolo scorso quando Ubaldo Fiorenzi realizza le prime sperimentazioni di bioedilizia, e progetta quegli insediamenti residenziali di qualità di cui ancora c’è traccia; lo è oggi con Moreno Cedroni che ha proiettato questa piccola frazione di Senigallia tra le mete globali del gusto, offrendole così una nuova centralità e vocazione. Da questa spiaggia, che inquadra San Ciriaco le gru della Fincantieri e la raffineria Api, appoggiata sugli assi orizzontali delle principali e più simboliche infrastrutture marchigiane – la ferrovia la statale adriatica e l’A14 – si vede Bisanzio e lo sguardo si dispiega verso l’Altrove, l’Oriente d’Europa oltre il mare interno. Qui prendono forma e si incontrano le storie e le estetiche antiche con le contraddizioni e i cortocircuiti della modernità. Così questa spiaggia diviene metafora, spazio pubblico reale e simbolico di arrivi e partenze, avvicinamenti e distacchi, di espropriazioni e appartenenze, di visioni pensieri e intimità pubbliche, crocevia degli immaginari, luogo dello sviluppo sostenibile e delle trasformazioni del paesaggio. Sospeso tra le forme eterogenee della residenza – qui dove coabitano l’aia marchigiana nelle case dei pescatori le pensioni a mare e i luoghi dell’ospitalità – l’antropologia del turista e del consumo e il mood ipermoderno del viaggiatore. È così che Demanio Marittimo. Km—278, frutto di una contaminazione di codici e di senso, diviene un incrocio e un’intenzione per quella Città Adriatica sulla quale permangono tracce e anticipazioni tra la memoria e la coscienza di luogo e una versione lenta della modernità.
Paesaggio [con]temporaneo
Pippo Ciorra
Demanio Marittimo è il tentativo di sovrapporre con la maggior precisione possibile le voci molto adriatiche della cultura creativa e progettuale marchigiana – che la rivista Progetti cerca di documentare da oltre dieci anni – con i temi più interessanti e attuali dell’architettura e delle arti intese in senso planetario. Per far si che questo incontro tra le Marche e il mondo sia fertile e conviviale abbiamo allora scelto alcuni ingredienti essenziali. Il primo è la scelta del luogo, la spiaggia, vale a dire un ambito geografico che meglio di ogni altro incarna la concezione contemporanea dello spazio pubblico: temporaneo, duttile e inclusivo, mutante dal giorno alla notte, allo stesso tempo generico e tematico, tradizionale e inedito. Poi viene la miscela extra disciplinare dei linguaggi e delle culture – architettura arte design scrittura poesia alta cucina comunicazione – declinata in modo da poter dare spazio anche e soprattutto alle generazioni emergenti e alle posizioni più innovative, favorendo il dialogo incrociato e l’incertezza dei confini tra le discipline. Infine la scelta specifica di alcune voci narranti che con più esperienza guideranno la nave del progetto attraverso la nottata: testimoni della complessa modernità adriatica, narratori attenti e capaci di vedere e raccontare i nessi tra questo paesaggio e il mondo, progettisti italiani affermatisi globally per la loro capacità di trovare il nuovo e il sorprendente nel banale o nel “già fatto” e architetti internazionali che magari guardano
allo spazio adriatico dalla parte opposta, da una sponda sulla quale il moderno sembra più “naturale” che da noi. Tutti insieme questi elementi definiranno un paesaggio spazio-temporale effimero ma molto preciso, dove ognuno può trovare il suo interlocutore “per una notte”, ma dove tutti insieme possono contribuire a far sì che l’energia e l’ottimismo raccolti lascino tracce attive e permanenti sul nostro territorio.
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