Architettura
- Expo Dubai 2020 Padiglione Italia

La ‘Promenade’ vestita da i-Mesh Le Marche negli Emirati Arabi

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Partendo dal settore aerospaziale e nautico, i-Mesh ha creato un nuovo tessuto per l’architettura, innovativo e sostenibile: 2,7 chilometri di superfici retrattili per 52.500 mq di leggerezza e tecnologia.

Innovazione e ricerca tecnica alla base di una nuova idea di architettura

i-Mesh è un linguaggio che ti racconta, grazie al suo alfabeto che è il filo. È un materiale che si libera dai vincoli della tessitura tradizionale generando sempre nuove emozioni e forme espressive. i-Mesh è una tecnica che permette di progettare senza la grammatica rigida di una tecnologia meccanica caratteristica di ogni prodotto tessile. È la reinterpretazione innovativa di un sistema primordiale, simile al ricamo, il quale viene realizzato secondo un’istruzione diretta tra mente e mano dell’uomo. i-Mesh è un materiale “site specific, culture specific, installation specific”, ovvero la sua performance legata al comfort, si bilancia con quella estetica e strutturale. Tre caratteristiche fondamentali ne determinano la sua unicità: produzione in tempo reale, produzione a zero sfridi, utilizzo di materiali ultra-durevoli e PVC-free. Queste scelte nell’ordine significano: niente materiale invenduto da distruggere, produzione di pannelli invece che di rotoli che generano eccedenze, riutilizzo più che riciclo (sempre e comunque possibile) in quanto le fibre di carbonio, basalto, vetro, etc, sono totalmente inerti, incombustibili, colorate dalla natura, insomma inalterabili nel tempo. Il comparto tessile è secondo solo a quello della costruzione in termini di impatto ambientale. i-Mesh esce completamente dalle logiche del tessile convenzionale e somiglia più ad un “composite material”, ma senza avere in comune la difficoltà di riciclo che contraddistingue il manufatto “composite”. Per questi motivi, la giovane azienda marchigiana i-Mesh è stata scelta per la copertura della promenade di Expo 2020 Dubai. 2,7 km di tessuto tecnico per l’architettura – per una superficie totale di 52.500 mq – realizzato in Italia: un materiale tessile high-tech e green, risultato più performante, più sostenibile, più versatile per il clima locale. i-Mesh ha infatti superato il test di resistenza a una tempesta di sabbia, rimanendo intatto grazie alla robustezza e flessibilità delle sue fibre.

Il tema di Expo 2020, che si è concluso il 31 marzo 2022 a Dubai, era Connecting Minds, Creating the Future. E collegare le menti, creare il futuro è la “filosofia” di Alberto Fiorenzi, fondatore di i-Mesh. i-Mesh consente di immaginare un nuovo paradigma di architettura. Una soft architecture che disegna spazi più “morbidi”, flessibili e versatili, in cui l’uomo e il suo benessere sono il fuoco dell’attenzione progettuale. Un’eterea “nuvola” traslucida, un tessuto caratterizzato dai motivi distintivi di una moderna “Mashrabiya”, lo schermo traforato tradizionalmente usato nell’architettura dei Paesi arabi. Contrariamente a un convenzionale sistema costruttivo tessile, il sistema produttivo con cui viene realizzato i-Mesh permette di orientare le fibre in qualsiasi direzione. Tanta libertà progettuale ha richiamato l’attenzione dello studio tedesco Werner Sobek, il team di progettisti incaricato di realizzare il Public Realm. Esperti nella realizzazione di strutture leggere, sono rimasti attratti dalla possibilità di calibrare con precisione informatica la quantità di materia necessaria a svolgere la funzione richiesta, e ancora di più dalla possibilità di strutturare il tessuto in modo tale da eliminare le travi di acciaio che con un tessile convenzionale avrebbero dovuto sostenere la superficie ogni due metri di lunghezza della pergola.Ciò ha significato 30 chilometri di alluminio estruso risparmiati, ovvero 31 tonnellate di CO2 non rilasciate nell’ambiente. Inoltre, essendo i-Mesh un materiale riutilizzabile, inizialmente l’idea era quella di ricollocare alcune parti della copertura in altri contesti, secondo una logica “zero sprechi”. Alla fine però, grazie all’alta qualità del risultato finale, si è deciso di rendere tutta la copertura un’installazione permanente.

“Le Dubai Shade Structures incarnano perfettamente la combinazione di costruzione leggera, innovazione e design a cui puntiamo in tutti i nostri progetti”, racconta Werner Sobek. La collaborazione con i-Mesh gli ha consentito di costruire la più grande copertura retrattile mai realizzata. La prima tettoia prodotta con soltanto il 3% di scarto del materiale vergine di contro al 25% dell’industria tessile. Ed è la prima volta che a una start-up viene assegnata la commessa in un progetto di Expo.

Disegnare il futuro

Dopo l’Expo Dubai 2020 Alberto Fiorenzi guarda già al futuro con l’idea che i-Mesh possa diventare “il paradigma di un uovo modo di fare architettura per le persone e il loro benessere. Un’architettura morbida che preveda soluzioni sostenibili e personalizzabili e lasci una traccia sempre più leggera sul pianeta”.

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