Roberto Morpurgo, Franca Maria Matricardi e Alessandro Inghilleri.
Questo saggio racconta da un lato due storie e dall’altro due strutture.
Due storie. Due ingegneri marchigiani molto diversi e al contempo simili nella loro parabola personale e professionale: Roberto Morpurgo di Senigallia e Franca Maria Matricardi di Ascoli Piceno, nati entrambi nel 1914 e morti entrambi nel 1996. Le coincidenze vanno oltre. Il 1938, sorprendentemente l’anno della laurea in ingegneria civile sia per Morpurgo che per la Matricardi, è il crocevia da cui si diramano due speculari viaggi oltreoceano, rispettivamente in Sud e Nord America. Il ritorno in patria è l’inizio di due carriere completamente differenti che attraversano e raccontano uno spaccato dell’Italia del dopoguerra, dal boom economico-edilizio marchigiano alla feconda produzione editoriale milanese.
ue strutture. Due progetti antitetici – uno in calcestruzzo armato e l’altro in acciaio e prefabbricato – che sussurrano forse un’unica storia, quella del talento e del genio interpretativo di Alessandro Inghilleri, ingegnere, informatico e inventore, scomparso (tragicamente) troppo presto. L’ardita e muscolare facciata posteriore del municipio di Comunanza disegnata da Innocenzo Prezzavento nel 1980 a sbalzo sul fiume Aso e la leggera e permeabile struttura spaziale dello stadio Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto ideata da Vincenzo Acciarri nel 1982, sono diventate realtà anche grazie ai calcoli avanzati di Inghilleri, che si avvaleva già agli inizi degli anni 80 di strumentazioni informatiche sperimentali.