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Pio Monti Caro amico, amato leader

Mappe °19


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Pio Monti, 11 agosto 1941, leone nello zodiaco, giraffa nella postura e gazzella nell’anima. Persona di compagnia, incline al divertimento, tende ad essere un leader e mal cela il piacere di fare il primo della classe. Solo talvolta arrogante e, come nella foresta, si sente sempre un re. Guarda tutti dall’alto senza supponenza, con la consapevolezza e la fortuna di poter volgere lo sguardo lontano, arrivare prima di tutti a “vedere”, anticipare i fatti realizzando di conseguenza gli atti con la velocità della gazzella. E della gazzella ha l’eleganza nei movimenti e l’intuito per il pericolo. Come scriveva Walter Bonatti, “chi più in alto sale più lontano vede; e chi più lontano vede più a lungo sogna”; e Pio Monti è un sognatore per eccellenza. Parlo di lui al presente perché per chi, come me, lo ha conosciuto quasi trent’anni fa, Pio non muore mai; l’ho corteggiato con assiduità da stalker perché partecipasse alle mie fiere e solo dopo dieci anni di Artissima sono riuscito a portarlo a Torino, nella porzione più eclatante della fiera, quel Constellations che copiava spudoratamente Unlimited della fiera di Basilea; e a noi le cose fatte bene piacciono molto e quindi abbiamo appunto copiato. ‘Mozzarella in carrozza’ era l’opera di Gino De Dominicis esposta nel 2004, realizzata dall’artista nel 1970 e tra le prime opere acquistate da Pio durante il fecondo sodalizio con l’artista anconetano; gli costò un appartamento e un lungo e faticoso patteggiamento con la moglie.

Pio Monti mostra la t-shirt con il ritratto di Roberto Casiraghi 2011
L’ingresso di IDILL’IO ∞ arte contemporanea, la galleria di Pio Monti a Recanati

L’anno successivo – il penultimo della mia gestione – il 2005, Artissima rassomigliava più un garage che a una fiera, forse per un inconsapevole omaggio ai padiglioni del Lingotto che di automobili ne avevano sfornate a migliaia; e Pio Monti espose la Jaguar E Type di Gino De Dominicis, ovviamente nera. Un garage perché non molto lontano Soffiantino esponeva la Simca Rossa di Luca Vitone. E Pio venne nuovamente a Torino con qualcosa di invendibile per il piacere di farmi un regalo come diceva sempre quando gli chiedevo di partecipare alle fiere: “vengo per farti un regalo” ma senza spocchia e presunzione, veramente consapevole che a me faceva piacere e lui lo faceva volentieri. Evidente che lo faceva per sé; ma un poco anche per me. Ci ritrovammo nei miei anni romani, la splendida esperienza di Roma Contemporary dal 2008 al 2012, una pirotecnica cinquina con Pio il primo anno al Santo Spirito in Sassia, poi Palazzo delle Esposizioni ed infine la tripletta alla Pelanda. Sempre lieve la sua partecipazione, sempre coinvolgente, sempre rassicurante lui per me anziché io per lui. Era un piacere andare a trovarlo in via dei Chiavari prima e soprattutto in piazza Mattei, un piacere che con il tempo si è evoluto in privilegio ed oggi che non è più tra di noi il privilegio è diventato ricordo prezioso.

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