Oggi è già il domani che desideri. Ci presentiamo così a Rebel House, subito dopo l’insegna che indica l’ingresso e invita ad entrare nella nostra casa ribelle. La prima cosa che è possibile leggere si trova esattamente a portata di una falcata, campeggiando a grandi caratteri sui gradini delle scale. È la frase conclusiva di una poesia scritta da Mattia, il proprietario di casa, che recita come un mantra esortativo l’invito a credere e, nondimeno, a lavorare perché ciò in cui si crede possa compiersi: “oggi è già il domani che desideri”. Di questa frase ci siamo fregiati e con questa frase abbiamo deciso di volerci confrontare ogni giorno che abbiamo pianificato e organizzato un evento culturalenel palazzo, così che anche quando ci sembrava impossibile poter invitare nel nostro salotto un grande artista, lei era pronta a riflettere il nostro obiettivo, ricordandoci di schierare in campo sempre la caparbia, non solamente ma specialmente, se la posizione geografica di riferimento non è esattamente latitudine 45°27’40.68’’ nord e longitudine 9°09’34.20’’ est (per intenderci: Milano).
Così da metà dicembre di quest’anno abbiamo spalancato i portoni alla prima stagione di house concert intimamente ribelli, strenuamente voluti, minuziosamente ricercati e appassionatamente presentati come imprenditori ancora neofiti del settore. Sì, perché una delle sfide che abbiamo voluto abbracciare con Rebel House è stata proprio quella di produrre una rassegna di progetti culturali di stampo musicale, letterario, cinematografico e artistico, non con la solita formula associazionistica o volontaria ma definendo una struttura aziendale sì circoscritta e semplificata, ma pur sempre di stampo societario. Rebel House Srls è la nostra ragione sociale e il motivo della sua fondazione trova il presupposto sulle istanze appena tratteggiate e, come recita il nostro manifesto: “Rebel House è un’impresa creativa costituita per assecondare i moti d’animo dei fondatori! L’attività prevista è talmente ampia e poliedrica da permetterci di compiacere ogni nostro sfizio e di condurre in questa giostra di ribellione chiunque abbia voglia di farsi un giro”. E di giri ne abbiamo fatti parecchi in soli quattro mesi e mezzo, e i compagni di viaggio, che sono stati eccezionali, li siamo andati a recuperare da ogni parte dello stivale: il Maestro Pellegrini (seconda chitarra degli Zen Circus) ha aperto le danze con una doppia data in solo e in coppia col padre Andrea a dicembre, dando il via a spettacoli di una coinvolgente sensibilità; poi è stato il turno di Vincenzo Fasano, nome d’arte di Gianluca Florulli, che con la sua musica canta l’urgenza di interessarsi al mondo in cui viviamo e di attivare un cambiamento attitudinale per contrastare quello climatico; Cristiano Godano ci ha regalato invece un concerto in solo che raramente concede e che ha ridestato nella musica suonata dal vivo, momenti di un lirismo che personalmente avevo ormai dimenticato, un po’ per la frenesia con cui la si suona ultimamente e un po’ per la distrazione con cui la si fruisce.
Le presentazioni letterarie sono iniziate con il giornalista e dj di Virgin Radio Massimo Cotto, che ha raccontato seduto sui divani di rebel house di come ha esordito nel mondo della romanzistica noir; le mostre fotografiche invece hanno debuttato con Henry Ruggeri, riferimento della fotografia musicale italiana e internazionale, per concludersi ad aprile con la mostra ancora visitabile di Nicola Bertellotti, le cui opere presentano con una narrazione visiva evocativa e sentimentale quei luoghi altisonanti della musica e delle arti estromessi dalla loro funzione, spogliati dal pubblico e dallo spettacolo, sedotti dalla caducità del tempo e dell’incuria degli uomini.
Poi è stato il turno del leader dei Nobraino Lorenzo Kruger, cantastorie e gran cerimoniere di un’arte a tutto tondo; ancora un cantautore, romano questa volta: Wrongonyou, vincitore del premio della critica Mia Martini a Sanremo 2021; poi Gianluca De Rubertis e Sara Loreni, l’autore del tormentone Pop-porno e la concorrente di XFactor, con un intermezzo tra gli atti da parte dei marchigiani Crema, Thek, Anonima Straccioni e Ludovico Cipriani per tenere alta la bandiera di un campanilismo tuttavia moderato. Franco Arminio, poeta paesologo e nostro amico carissimo già dal tempo di Animavì, a febbraio ci ha concesso alcune letture in anteprima dal suo ultimo libro “Sacro minore” che non era ancora edito e ha festeggiato con noi il suo compleanno; Dente ha fatto anche di più, decidendo di registrare nel nostro salotto il video per il suo ultimo singolo che ci ha concesso un passaggio al tg nazionale sul primo canale; Giorgio Canali è stato infine l’ultimo grande ospite della stagione, e proprio lui si è guadagnato il titolo di esponente principale della corrente di artisti ribelli, interpreti straordinari di quella sovversione spontanea, estrosa, emozionale, a cui nel nostro piccolo con questa prima programmazione sentiamo di esserci uniti. Forse non tutti sanno che Rebel House è anche ospitalità! Quando non vengono occupate dagli artisti infatti è possibile trovare le nostre camere su alcuni dei maggiori siti di alloggi; le soluzioni per soggiornare nel palazzo sono molteplici ed incontrano le esigenze di tutti. È infatti possibile
© Erica Falcinelli
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© Andrea Sestito
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foto Andrea Sestito
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