Progetto di Riccardo Diotallevi
La mostra trama stile automobilistico e ordisce moda, completando la grande tela di vita tessuta da Gabriele Diotallevi (Jesi, 1923-2007), i cui lembi conosciuti sono quelli di professore del Disegno Tecnico, per trentacinque anni formatore di migliaia di periti industriali, e di ingegnere, progettista di centinaia di costruzioni con lo Studio Albertini, Diotallevi e Ferrari a Jesi. Una vita intorno al disegno, al progetto, alla carta pitturata, in un’elegante ecletticità espressiva di equilibri compositivi, formali e umani. L’esistenza di Gabriele Diotallevi è colma di passioni, sogni e fissazioni, che ruotano tutte intorno ad abiti e carrozzerie.
La mostra ha preso spunto dal ritrovamento di alcune agende del Liceo e del periodo universitario, dove i disegni del costume e dei mezzi di trasporto del Ventennio fascista e del Dopoguerra evidenziano i dettagli stilistici e i toni caratteriali di una generazione alla ricerca di eleganza. Tessuti e lamiere, pensati come materiali di rivestimento del corpo o dei motori, se manipolati nella loro vestibilità da creatività e gusto per la modellazione, divengono generatori di linguaggi espressivi.
Uomini e donne sembrano usciti dalle scene di film del cinema dei Telefoni bianchi, dove i portamenti, la moda e lo stile automobilistico affermano quel diritto alla felicità in contrasto con il dovere del sacrificio per la Patria.Attraverso il talento nel disegno, Gabriele illustra gli ideali d’abbigliamento dell’epoca, donando classe ai personaggi che interpreta. Disegna carrozzerie automobilistiche plasmando stile nelle sagome di autobus che percorrono l’Italia, liberi tessuti che ricoprono una meccanica razionale. La passione dei pullman diventa una vera e propria mania. Iniziata in gioventù con la creazione di modellini in lamiera, perseguita da adulto con la progettazione di frontali e grafiche di pullman reali, consolidata da pensionato con la ripresa del modellismo e del collezionismo di modelli commerciali, ai quali personalizza le grafiche e aggiunge lo sterzo.
Mentre la sua esigenza di eleganza unita alla dote del buon gusto e ai saperi della moda lo portano alla scelta di sarti d’eccellenza, che confezionano su misura i suoi abiti e camicie. Sono maestri artigiani che divengono fornitori nonché amici per una vita intera. Nelle frequentazioni in quei laboratori, come nelle botteghe rinascimentali, si discute di moda, di tessuti, si scelgono i modelli, e si decidono i tagli per la realizzazione di tutto il guardaroba. Gabriele viene a conoscenza dei segreti sartoriali.
Il figlio, Riccardo Diotallevi, curatore dell’intero progetto, ha messo in connessione un’ottantina di disegni a una collezione di modellini di autobus, incastonando opere artistiche delle medesime tematiche, realizzate da Andrea Boldrini, Giancarlo Ercoli e Gino Sampaolesi. Nel catalogo, stampato per l’inaugurazione della mostra, sono raccolte le testimonianze scritte da Giancarlo Bassotti, critico d’arte, sul rapporto arte e moda; da Roberto Giolito, Head Heritage, FCA, sul car design e da Cristiana Paesani, designer, su moda e uso del tessuto.