Dai rifiuti alle piattaforme, dalle centrali alle grandi infrastrutture energetiche. Là dove la sfida è sollevare e trasportare in condizioni di sicurezza estreme, dove una scintilla può causare esplosioni devastanti. ETS da oltre 40 anni parte dal problema mai dal prodotto, trova soluzioni sempre uniche rispetto a specifici contesti: climatici, industriali, progettuali. Ambito privilegiato la filiera oil&gas, ma la frontiera è l’energia con le sue tante fonti rinnovabili.
Sulla SS424 della Val Cesano che da Marotta porta nell’entroterra, alle porte di Pergola, appareun elegante sistema di facciate che caratterizza un compound industriale su cui svetta un messaggio perentorio – the way to lift your ideas – uno statement e una promessa. Benvenuti dove si sollevano idee e cose. Un motto un progetto un programma, con intorno un’azienda. Qui si concepiscono macchine e sistemi che trasportanoe sollevano cose pesantissime. Fino a 250 tonnellate, nell’oil&gas e non solo. I clienti disegnano una geografia praticamente planetaria, gli uffici di Pergola sono operativi su ogni fuso orario, le macchine preparatea sopportare condizioni che vanno da più 60 a meno 50 gradi. Sono le grandi compagnie che si occupano di estrazione, lavorazione, movimentazione, ma anche general contractor e player locali. I mercati di riferimento sono in larga parte internazionali e influenzati dalle dinamiche geopolitiche che disegnano gli equilibri strategici per la gestione delle risorse. I paesaggi che accolgono i sistemi ETS sono i più vari – deserti, grandi pianure, luoghi estremi, aree dedicate agli insediamenti tecnologici – a cui corrispondono regole e protocolli di sicurezza, certificazioni e sistemi di controllo specifici di ogni paese. Così l’impianto normativo e la cultura formale e procedurale che l’azienda ha imparato a governare, è un affresco di come si lavora nel mondo in questi settori.
A Pergola, nell’ufficio di progettazione e ricerca, si concepiscono sistemi di sollevamento ai massimi livelli di complessità tecnica e ambientale – spesso sono prototipi che servono alla committenza per capire come costruire e gestire grandi impianti, accanto alla produzione ordinaria fatta comunque di pezzi unici concepiti per specifiche funzioni e condizioni. Questa sartorialità si coglie nelle parole di Villiam Breveglieri, il fondatore, un ferrarese arrivato nelle Marche dopo vari incarichi come responsabile tecnico di produzione, un imprenditore che accanto alla visione possiede una peculiare conoscenza tecnica di cosa sono e come funziona la produzione industriale.
ETS è la manifattura che ha imparato a incorporare contenuti immateriali, intelligenza e valore nella produzione tradizionale, quella dove il senso della materia piena che deve essere lavorata e movimentata si sente e si percepisce nei gesti, nella postura dei collaboratori, nelle regole che si rispettano in modalità maniacale. Il compound di Pergola – organizzato con un’urbanistica interna che connette le varie aree – è ordinato e strutturato con macchine scintillanti pronte ai collaudi e alle consegne.
Negli ampi spazi svettano decine di elmetti gialli, mani e intelligenze operose che spostano pesi immensi con millimetrica precisione. La cosa che sorprende sempre in questo tipo di produzioni è l’implementazione del processo che inizia dall’interfaccia con la committenza, passa dalla progettazione condivisa per verificare la fattibilità, per preparare le varie fasi della realizzazione, e infine il collaudo con i test di affidabilità e controllo.
Un tempo le grandi movimentazioni all’interno dei capannoni erano fatte principalmente con carri ponte, simboli e leggenda dell’industrializzazione pesante: oggi accanto a questo antico e monumentale strumento, icona della storia economica e industriale essenziale per il trasporto in orizzontale di merci e cose, si affiancano nastri trasportatori, macchine e gru con funzionalità articolate e flessibili. Per dare vita a soluzioni per il sollevamento e lo spostamento, ETS produce gru a ponte, a bandiera, a cavalletto, paranchi e argani manuali ed elettrici, bilancini con una capacità che arriva a 1000 tonnellate. Macchine non solo funzionali e performanti ma belle, grazie a un’attenzione crescente per il design e il progetto che non si caratterizza per la sola dimensione estetica ma sorattutto per l’ergonomia e la qualità complessiva del prodotto.
Così l’uso dei materiali, i sistemi di montaggio, le stondature e in generale il layout, dimostra una tendenza che vede affermarsi, anche in questo segmento di macchinari, una nuova cultura del progetto. Ma la peculiarità che fa la differenza e il posizionamento non è solo correlata all’imponenza di ciò che si solleva e si trasporta, ma alla tipologia di ambienti caratterizzati dal rischio di esplosione. Certi contesti, come le piattaforme a mare, sono dei rompicapo. Affrontarli significa studiare ogni singola componente, comprendere le relazioni di causa/effetto, controllare la modalità con cui ogni parte interagisce con l’altra. Vietate, vietatissime nei settori core dell’azienda, le scintille originate dalle coppie di materiali, da sfregamento e da contatto, che potrebbero creare reazioni a catena incontrollabili.
Per evitare questo i protocolli sono severissimi, l’attenzione ai materiali, alla velocità, e il calcolo dei pesi in relazione ai movimenti, è ossessiva. Tutto ciò che si utilizza in questi impianti è prescritto con precisione e finalizzato alla sicurezza. Ed è stato proprio questo il punto di svolta: il passaggio dalle macchine tradizionali, come i carri ponte, alle macchine speciali. I grandi capannoni e anche gli esterni sono sale prove a cielo aperto, considerate le dimensioni enormi di certe realizzazioni, dove si produce, si controlla, si collauda.
Argani, bozzelli, funi, benne sono il corollario di carrozzerie belle e funzionali, con livree gialle rosse e arancio secondo i codici formali della sicurezza. Finite le fasi di test, quando tutto è pronto per la consegna si preparano imponenti casse con nome e cognome impresso a fuoco, tipo quelle per il trasporto di opere d’arte e con analogo livello di prestazione – stagne e speciali, resistenti ai lunghi transiti via mare, come accade nella gran parte dei casi. Lunghe distanze azzerate dalla simultaneità e dall’interconnessione, accorciate da programmi di after sale, manutenzione e controllo gestiti da remoto, all’insegna di una customer service miratae gestita in tempo reale, indipendentemente dalla destinazione. In 40 anni di storia, ETS ha visto cambiare i mondi dell’energia, e si prepara ad accompagnare le trasformazioni più attese che riguardano la filiera delle rinnovabili e della fusione nucleare: segmenti promettenti in tempi di rivoluzione energetica all’insegna della sostenibilità.
Del progetto e del paesaggio, inevitabilmente.