La casa natale di Maria Montessori, una protagonista assoluta del ’900.
Preveggenze, diritti, internazionalità della vita e del pensiero.
Il Metodo come frontiera dell’educazione cosmica.
Chiaravalle, 11 dicembre 2021
Sarà lei ad accogliere ogni ospite – sguardo frontale nell’immagine in bianco e nero che sigilla l’icona, nulla se non lei, nessuno sfondo nessuna distrazione. Nella sua casa la caratterizzazione domestica dello spazio cita le antiche partizioni e le mattonelle in graniglia accanto a schermi e reperti, mappe e infografiche; attorno il rosa della sua torre, la struttura modulare che appartiene agli oggetti mentali ultraeducativi,le astrazioni materializzate, a fondamento dell’esperienza e della conoscenza che compare come installazione. Per Maria Montessori è un altro ritorno a casa, l’ennesimo, dopo quello del 1950 che l’aveva celebrata con ogni onore al culmine di una vita straordinaria. Per lei si accendono le luci e si aprono le porte a 150 anni di distanza – più qualche mese in ossequio ai limiti e alle complessità imposte da una pandemia planetaria.
La città, il territorio, e il network locale nazionale e internazionale che si è costituito in suo nome sono pronti ad inaugurare Casa Montessori Chiaravalle, in piazza Mazzini 10: la casa di allora con dentro la casa aumentata da un programma culturale e da un sistema di rappresentazione visiva ed espositiva che celebra la donna e con lei il Metodo per l’educazione come libera espansione dell’individualità.
In quel piccolo appartamento il 31 agosto 1870 nasce Maria Tecla Artemisia Montessori, figlia unica di Alessandro Montessori, un ispettore della locale Manifattura Tabacchi, e di Renilde Stoppani, marchigiana di Monte San Vito, esponente di una famiglia di piccoli proprietari terrieri.
Al primo piano di un palazzo abitato e vitale – intorno negozi, luoghi di socialità e istituzioni culturali – quattro finestre e cinque stanze chiamate per nome, dialogano con lo spazio pubblico, e diventano una casa museo. La Stanza della Mappa, la Stanza del Metodo, la Stanza 3.0 – storage multimediale e lab di fruizione e produzione culturale – la Stanza di Lettura e la Stanza Verde aperta al cielo, con i bulbi dei suoi tulipani come ideale raccordo tra la terra natia e l’Olanda, terra di adozione. In esposizione pochi cimeli molto simbolici concessi dai discendenti – un sari regalato da uno studente indiano a Londra, l’housecoat che ha accompagnato tante delle sue giornate – qualche reperto di grande empatia con la famiglia originaria – il ricordo stampato per la morte di Renilde – prime edizioni di pubblicazioni essenziali; e l’immagine della leggendaria aula dalle pareti di vetro, la demonstration classroom esposta alla Panama – Pacific International Exposition di San Francisco nel 1915, un vero spettacolo dell’educazione. Non potevano mancare le 1000 lire, stampate in due miliardi settecentoquindicimilioni ottocentocinquantamila pezzi in 8 emissioni dal 1990 al 1998 presso l’Officina della Banca d’Italia di Roma. Dopo Giuseppe Verdi e Marco Polo, Maria Montessori sarà l’unica donna nella storia della Repubblica Italiana a cui sia stata dedicata una banconota come supremo riconoscimento all’ingegno e all’influenza esercitata sul suo tempo. Tutto intorno immagini, testi e video che dispiegano una vita di vite, viaggi, studi, relazioni, incontri; un’esistenza iniziata alla luce delle candele e conclusa alla vigilia della conquista dello spazio; in mezzo l’ascesa e la caduta dei totalitarismi, l’avvento della civiltà dei consumi, due guerre mondiali, le conquiste di civilizzazione del ’900, l’avvento della psicanalisi e la teoria della relatività.
Casa Montessori Chiaravalle – la casa, il luogo, il logo – è al centro della comunità reale e dentro la comunità digitale, visitabile da remoto, col sito bilingue italiano/inglese www.casamontessorichiaravalle.it. Il concept del progetto di riqualificazione a cura di Cristiana Colli è intervenuto sulla casa natale e sull’edificio – aree condominiali e accessibilità piena con l’abbattimento delle barriere architettoniche – e ha visto la partecipazione di una ricca e articolata infrastruttura di relazioni pubblica e privata, istituzionale, locale, nazionale e internazionale che nel suo nome ha riconosciuto il senso di una profonda appartenenza. Il Comune di Chiaravalle ha promosso e guidato il processo in collaborazione con la Fondazione Chiaravalle Montessori, l’Opera Nazionale Montessori e l’Association Montessori Internationale, con Carolina Montessori – pronipote di Maria e archivista dell’AMI – in qualità di presidente onoraria del comitato scientifico e progettuale. Un progetto a cui la Regione Marche ha dato fin dall’inizio un fondamentale e insostituibile sostegno; e al quale hanno contribuito anche la Fondazione Cariverona, la Banca d’Italia.Il progetto di restauro e l’allestimento sono a cura di PLA/STUDIO – Emanuele Marcotullio, Giacomo Barchiesi, Andrea Antognozzi, Mattia Rebichini; l’identità visiva è concepita e realizzata da CH RO MO – Chris Rocchegiani e Roberto Montani.
La giornata di apertura, alla presenza di Carolina Montessori, prevede alle 16.30 un talk inaugurale presso il Teatro Comunale Valle con l’Amministrazione Comunale, i partner istituzionali e scientifici e i curatori del progetto; alle 18.30 un video mapping celebrativo sulla facciata di Casa Montessori Chiaravalle, che a seguire sarà inaugurata dalle autorità e aperta alla prima di quelle visite guidate e gratuite che sarà possibile effettuare fino al 6 gennaio 2022 (previa prenotazione al sito www.casamontessorichiaravalle.it). La serata inaugurale si chiuderà in (letterale) bellezza con Fraternità solare, rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri, straordinaria autrice e attrice dalla sensibilità estremamente vicina all’universo montessoriano.
A pochi giorni dall’apertura ufficiale Casa Montessori Chiaravalle ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.
Per il sindaco di Chiaravalle Damiano Costantini “il percorso delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Maria Montessori, che ha portato alla riqualificazione della sua casa natale, potrebbe essere sintetizzato con un semplice slogan: ritorno a casa. La necessità di restituire centralità alla figura di Maria Montessori, delineando un nuovo modello di crescita per i bambini ispirato ai valori del pensiero montessoriano e configurando una città in cui si senta forte la concezione del rispetto per l’infanzia, della libertà, dell’uguaglianza, della fratellanza, dell’emancipazione, della tolleranza e della pace”.
L’assessore Francesco Favi aggiunge: “L’innovativo progetto di riqualificazione di Casa Montessori Chiaravalle, con la sua densa rete di collaborazioni, ha l’ambizione di fare di Chiaravalle un avamposto di quel mondo a misura di bambino immaginato da Maria Montessori. Ci piace pensare a lei come ad una pioniera delle scienze umane, anzi di quello che potremmo definire un nuovo umanesimo: una visione che, a partire dalle prodigiose capacità autoeducative del bambino, può orientare in senso armonico il progresso dell’umanità”.
“Casa di connessioni e orizzonti di straordinaria modernità rispetto alle interrogazioni legate ai diritti, all’emancipazione, alla coabitazione tra le culture, alla centralità della scienza come valore di progresso – dice Cristiana Colli, curatrice del progetto di riqualificazione e dell’impianto culturale della Casa. È un piccolo luogo di interazioni continue, un ipertesto con visioni linguaggi e poetiche che si incrociano, trattenuto da mura perimetrali di identità definita – da un lato la vita appoggiata su una mappa scalabile e incrementale con la dimensione privata e anche planetaria delle influenze e relazioni; dall’altra il suo pensiero nelle “astrazioni materializzate” con l’installazione degli oggetti del Metodo come dispositivo dell’educazione. È una Casa aperta e in divenire, una casa in cammino fatta di respiro etico, empatia e ragionamento, il miglior modo, credo, di onorare Maria Montessori”.
Allegati
Biografia
La vita di Maria Montessori si dispiega nel passaggio dei mondi e degli orizzonti – nasce alla luce delle candele e muore alla vigilia della conquista spaziale. È tra le prime donne italiane a laurearsi in Medicina; madre sola di Mario Montesano Montessori; scienziata capace di estendere a tutto l’universo infantile le scoperte fatte con i bambini disabili; donna impegnata per l’emancipazione femminile, la parità salariale, l’affermazione dei diritti e il suffragio universale; libera pensatrice che ha rivendicato l’autonomia della conoscenza e dell’educazione rispetto a ogni forma di ideologia e totalitarismo. Piena di energia, passione e curiosità, si è prodigata per la conoscenza e l’inclusione, ha viaggiato con ogni mezzo in tutto il mondo, ha costruito ponti e relazioni tra Occidente e Oriente, assorbito e fuso influenze culturali, fino a concepire il programma di una “educazione cosmica” in grado di orientare la crescita del bambino e il progresso dell’umanità. Maria Montessori è stata una protagonista assoluta dello scenario pedagogico, scientifico e filosofico del Novecento e di sempre. Le scelte esistenziali, lo sguardo multiculturale, i legami con la letteratura scientifica e gli ambienti internazionali – con speciale attenzione agli esperimenti rieducativi di Jean Marc Gaspard Itard e al lavoro di Édouard Séguin – sono all’origine del suo Metodo per la libera espansione dell’individualità, un modello educativo riconosciuto e applicato da oltre un secolo ovunque nel mondo e in tutti i contesti di massima innovazione. Donna di visionarie preveggenze rispetto alla natura della cognizione, ai modelli di apprendimento e socializzazione, ha curato la formazione pratica e teorica delle maestre attraverso programmi e testi fondamentali che hanno favorito una diffusione capillare del Metodo in migliaia di Case dei Bambini – un format concepito per il quartiere popolare di San Lorenzo a Roma e poi esportato in tutti i continenti, dai nidi alle scuole dell’infanzia, dalle primarie alle secondarie. Maria Montessori è stata una personalità cosmopolita celebrata, autorevole e appassionata, ammirata da personaggi come Gandhi, Freud, Tagore, Piaget, Edison. Ha vissuto in Italia, Stati Uniti, Spagna, Olanda e India. Ha condiviso le sue conoscenze per l’affermazione dei diritti dei bambini e lo sviluppo armonico della società. Per tre volte è stata candidata al Premio Nobel per la Pace.
Statement curatoriale
130 metri quadrati, un piccolo appartamento con quattro finestre affacciate su Piazza Mazzini, 10. Qui il 31 agosto 1870 nasce Maria Tecla Artemisia Montessori. Il padre, il ferrarese Alessandro Montessori arriva come ispettore della Manifattura Tabacchi, la madre Renilde Stoppani, marchigiana di Monte San Vito, appartiene a una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Queste stanze che hanno accolto i suoi passi nei primissimi anni di vita – considerati dalle sue ricerche il tempo fondativo per eccellenza, dopo un lungo restauro, sono diventate Casa Montessori Chiaravalle. Un luogo antico e contemporaneo, rispettoso della filologia; coerente con la domanda di accessibilità e nuova fruizione; aperto al dialogo tra la dimensione intima della casa e il percorso urbano che si espande alla dimensione civica dell’educazione – tra la Palazzina Marulli sede della Biblioteca, la vicina Abbazia che accoglie il Monastero, in asse con la Manifattura Tabacchi verso il mare, la Fondazione Chiaravalle Montessori e le scuole montessoriane di diverso grado, verso l’entroterra. In lontananza Monte San Vito, un luogo pieno di rimandi e valenze simboliche. La Casa – allestita con criteri, comunicazione e apparati espositivi museali – mantiene l’autenticità e la verità di un luogo abitato, al primo piano di un condominio sulla piazza principale, dove le funzioni quotidiane si mescolano e si sovrappongono, baricentrica nella tessitura urbana parla e comunica, è una luce accesa e una porta aperta che si dilata e si espande, un soggetto attivo della scena culturale e del discorso pubblico. E’ la Casa fatta di stanze che si fa invenzione e progetto, esperienza e ricordo, prospettiva infinita del suo pensiero. Luogo del racconto – la donna, la madre, la studiosa, la viaggiatrice, la scienziata, la pedagogista – che connette Chiaravalle al mondo. Il progetto – concept, cura e testi di Cristiana Colli – ha allargato le modalità di fruizione e accessibilità col superamento delle barriere architettoniche, ha diversificato e prolungato la dimensione esperienziale della visita. Casa natale, casa museo, comunità nella comunità, virtuale e reale insieme, tutta la Casa si espone come luogo di conoscenza ampia e non convenzionale, di raccoglimento e contemplazione, di disseminazione. Rappresentata con strumenti e linguaggi contemporanei, la vita e l’opera di Maria Montessori sono restituiti come tracce, reperti, ispirazioni, dialoghi multiculturali, connessioni tra i linguaggi, le geografie, i mondi e le discipline. Così la Casa ricostruisce le mappe della sua ricerca esistenziale e scientifica come riappropriazione, ennesimo ritorno a casa dopo quello dell’ottobre del 1950, un anno dopo l’ultimo viaggio in India, quando – al culmine del successo – realizza il desiderio di rivedere Chiaravalle. Accolta dal Sindaco Molinelli, in una occasione memorabile e densa di commozione, le vengono tributati i più grandi onori. Dirà al figlio Mario: “Adesso sono contenta, anche se muoio ho rivisto il mio paese”. Nata sul mare Adriatico, Maria Montessori morirà sul Mare del Nord, nella casa di vacanza della famiglia Pierson a Noordwijk aan Zee, il 6 maggio 1952.
La Casa e le sue Stanze
Casa Montessori Chiaravalle è la casa natale che accoglie il racconto delle tante case reali e simboliche che hanno accolto e salutato Maria Montessori: piroscafi, scuole, residenze, parlamenti, università. Tutto si tiene in quel piccolo spazio, con le finestre che si fanno schermo e diaframma, guardano lo spazio pubblico e la comunità originaria che custodisce le matrici di una straordinaria parabola umana, scientifica e intellettuale. La sua Casa permane come spazio di intimità pubblica, tra le citazioni di antiche partizioni che accolsero il suo passo, gli oggetti personali come segni fragili e poetici del suo passaggio, lo spettacolo dell’educazione per il tramite degli oggetti e dei princìpi posti a fondamento del suo Metodo, e le mappe della sua esistenza – un intreccio di senso, storie e geografie.
Il progetto di valorizzazione e riqualificazione – curato da PLA/STUDIO – Emanuele Marcotullio, Giacomo Barchiesi, Andrea Antognozzi, Mattia Rebichini – poggia su un’equilibrata combinazione di apparati espositivi museali, dispositivi multimediali interattivi ed elementi di comunicazione tattile capaci di garantire un’immagine cosmopolita, pur rimanendo coerente con le dimensioni ridotte e la caratterizzazione “domestica” dello spazio. La scelta di organizzare tematicamente lo spazio con la categoria della stanza ha il senso della citazione e della memoria di luogo accanto ad un desiderio di fruizione intima e personale. Dispositivo di dialogo dentro/fuori, catalizzatore di temi e relazioni tra Chiaravalle e il mondo fatto di centralità dedicate ed interconnesse. Così la permanenza di Maria Montessori supera la dimensione celebrativa per diventare parte della tessitura civica e dello spazio pubblico, in un progetto integrato e intelligibile di azioni sinergiche dove tutto parla – la facciata, le finestre, il terrazzo, la scala, il marciapiede. La Casa, con i suoi apparati, è concepita per essere aperta e flessibile, scalabile, rispetto ai contenuti al racconto e alla rappresentazione.
01. Stanza della Mappa
Maria Montessori è stata una donna di visionarie preveggenze rispetto alla natura della cognizione, ai modelli di apprendimento e socializzazione, ha curato la formazione pratica e teorica delle maestre con programmi e testi fondamentali che hanno favorito una diffusione capillare del Metodo in migliaia di Case dei Bambini – un format concepito per il quartiere popolare di San Lorenzo a Roma e poi esportato in tutti i continenti, dai nidi alle scuole dell’infanzia, dalle primarie alle secondarie. Maria Montessori; è stata una personalità cosmopolita celebrata, autorevole e appassionata, ammirata da personaggi come Gandhi, Freud, Tagore, Piaget, Edison. Ha vissuto in Italia, Stati Uniti, Spagna, Olanda e India. Ha condiviso le sue conoscenze per l’affermazione dei diritti dei bambini e lo sviluppo armonico della società; per tre volte è stata candidata al Premio Nobel per la Pace.
Sul piano geografico la sua vita si dispiega su scala planetaria, e sul piano storico si colloca al centro dei processi di sviluppo e civilizzazione del Novecento. L’influenza del suo lavoro di ricerca, la varietà degli interessi e degli approdi, il Metodo e l’impegno etico, i viaggi, le relazioni e le esperienze hanno connesso luoghi e discipline, comunità, modelli sociali, culture e visioni del mondo. Maria Montessori ha vissuto i salti della storia e dello stile di vita, l’ottimismo della Belle Époque e lo sviluppo delle arti, ha conosciuto potenti e sapienti, ha viaggiato sui piroscafi, còlto la potenza visionaria e la promessa di futuro dei primi marconigramma. Per rappresentarla nella pienezza delle dimensioni e delle connessioni una mappa si fa infografica, multivisione, installazione.
Il planisfero Dymaxion, creato nel 1946 dall’architetto statunitense Richard Buckminster Fuller è una mappa democratica, innovativa, radicale, senza gerarchie precostituite, dove la rappresentazione del globo terreste contiene meno distorsione e deformazione rispetto ad altre elaborazioni. Su questa idea di mondo si appoggia il racconto della sua vita: una vicenda umana che si colloca in un orizzonte di accadimenti eccezionali, caratterizzati da due guerre mondiali, dittature che segneranno popoli e coscienze, tra la solidità e il crollo delle ideologie, l’avanzare della conoscenza scientifica e la relativizzazione dei sistemi valoriali, fino all’alba della società dei consumi. La mappa è correlata a sei video che agiscono come criteri di interpretazione e orientamento – la vita privata, la vita pubblica, il Novecento, Chiaravalle, le Case dei Bambini, l’internazionalità del pensiero e dell’azione. Una legenda organizza i tematismi e le informazioni con forme, tracciati, codici e colori. Di fronte, oggetti che rimandano alla vita privata, biglietti legati ad eventi familiari, abiti che ha indossato – l’ elegante e sofisticato house coat, un sari donato da uno studente indiano – storiche edizioni di testi montessoriani, doni ricevuti nei tanti viaggi, icone che rimandano ai riconoscimenti pubblici di una vita straordinaria – dalle mitiche 1000 lire alla numismatica a lei dedicata.
02. Stanza 3.0
Aula multimediale, storage, lab di nuove sperimentazioni legate alla conoscenza, all’apprendimento e alla produzione di contenuti. E’ la tecnologia che diversifica la fruizione, soli o insieme – videowall, dispositivi individuali di accesso, IPad. Un catalogo on demand costituisce il primo nucleo di approfondimenti in costante aggiornamento e produzione – podcast, filmati d’epoca, documentari, interviste audio e video, documenti d’archivio. La pluralità delle fonti è l’accesso a una conoscenza multiculturale nello spirito di curiosa attenzione alle cose del mondo, che accoglie un insegnamento prezioso di Maria Montessori.
03. Stanza del Metodo
Una grande istallazione accoglie l’impaginazione degli oggetti che costituiscono gli architravi essenziali del Metodo. Sulla lunga parete – speculare a quella della mappa – sono esposti i materiali di sviluppo, gli oggetti mentali ultraeducativi, le astrazioni materializzate, secondo la definizione di Maria Montessori che incorporano le leggi di organizzazione della mente umana e, nell’attività di manipolazione, traducono le relazioni astratte in percezioni dirette. La mente umana infatti, si appropria del mondo assegnandogli una struttura, e lo ordina secondo le categorie formali implicate nelle operazioni di distinzione, discriminazione, confronto, misura, classificazione, seriazione e generalizzazione. Nella Stanza, l’unica immagine è quella della leggendaria aula dalle pareti di vetro, la mitica demonstration classroom esposta alla Panama-Pacific International Exposition di San Francisco per presentare al mondo una rivoluzionaria proposta educativa. Gli ambienti allestiti dall’architetto Louise Brigham ospitavano circa trenta bambini, dai tre ai sei anni, provenienti da vari paesi e con diversi retroterra linguistici e socio-culturali, scelti in una lista di oltre duemila aspiranti. La Montessori glass classroom fu inaugurata il 6 agosto 1915, e la giornata fu proclamata “Montessori Day”: nel corso dei successivi quattro mesi un pubblico entusiasta composto di genitori e specialisti dell’educazione, provenienti da ogni angolo del mondo, poté contemplare le qualità umane superiori che si manifestavano spontaneamente nei bambini ospiti dell’aula – compostezza, precisione, attenzione prolungata, autonomia. Era lo spettacolo dell’educazione.
04. Stanza di lettura
Per decenni Archivio e centro studi, questo appartamento è riconosciuto da studiosi e appassionati come luogo di ricerca e conoscenza. Nella riqualificazione dello spazio, il mantenimento di questa dimensione assume il senso di una immersione nell’esperienza montessoriana per il tramite di alcune pubblicazioni fondamentali e prime edizioni, in dialogo permanente con nuovi contenuti e l’intero Archivio nella custodito nella Biblioteca.
05. Stanza verde
Una Stanza aperta, essenziale, segnata solo dal perimetro verde, dal cielo e dalle vasche con i tulipani di Maria Montessori – gli stessi che fioriscono sulla sua tomba in Olanda . E’ un’apertura inaspettata che segna le tante metamorfosi di un palazzo, e allo stesso tempo è un affaccio di luce, un dialogo diverso con la città.