Dal 1990 ad oggi abbiamo realizzato molte esposizioni nelle Marche, senza mai dimenticare che questo particolare tipo di progettazione ha come principale finalità quella della costruzione di un sistema comunicativo che permetta ai visitatori di avere la maggior comprensione possibile dei contenuti e dei materiali esposti. Con il Museo Beniamino Gigli a Recanati la nostra modalità di affrontare la progettazione dei percorsi espositivi è però cambiata per sempre. L’incarico per il riallestimento del Museo, finanziato con i fondi PNRR per l’abbattimento delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali, non poteva che rimettere profondamente in discussione una progettazione museografica, rivolta per consuetudine alla percezione visiva come unico strumento di coinvolgimento emotivo del pubblico.
La questione dell’accessibilità è diventata per noi un elemento imprescindibile e questo significa che non sarà più possibile considerare percorsi paralleli per utenti che hanno disabilità sensoriali, ma che occorrerà organizzare le esposizioni considerando sempre un unico percorso, fruibile da tutti, “for all”! Il precedente allestimento del Museo era costituito da una ricchissima ma caotica raccolta di cimeli e costumi di scena del grande tenore recanatese ed era rivolto quasi esclusivamente agli appassionati, senza quindi un preciso percorso cronologico e con un apparato comunicativo quasi assente. Per riorganizzare il Museo abbiamo riscritto un testo narrativo intorno alla figura di Gigli, la sua storia, la sua vita, i successi e il suo profondo legame con Recanati. Le tappe della sua carriera sono state riorganizzate in senso cronologico, introducendo dispositivi audio e video che permettessero di suscitare l’interesse per la figura di Gigli a un pubblico molto più ampio, e non soltanto ai soli conoscitori e appassionati. L’apparato di commento agli oggetti, sul modello dei musei della Smithsonian Institution, è stato progettato con elementi collocati rigorosamente all’esterno delle vetrine, con un sistema di didascalie che comprendono un link QR code per l’ascolto delle registrazioni originali di Gigli e, per i non vedenti, l’uso di una audio-pen che aggiunge alla lettura della didascalia una descrizione del costume di scena e segue con l’ascolto dell’aria d’opera che Gigli cantò con quel costume.
I costumi di scena… ora cantano! I testi a parete di ciascuna sala sono stati resi accessibili con l’ascolto del testo registrato su audio-pen, con punti sensibili stampati in UV su pannelli tattili che descrivono anche la disposizione del percorso nella sala. Una particolare illuminazione è stata studiata per la piena visibilità delle didascalie anche da parte di ipovedenti. Tutti i video presenti nelle sette sale del museo sono sottotitolati in italiano e inglese per non udenti. La complessità dell’apparato didascalico ha richiesto un grande lavoro di coordinamento considerato che per ogni descrizione sono stati coinvolti, dall’ideazione fino alla realizzazione finale, ben nove soggetti diversi. La fortuna di questo progetto è stata che, se pur sottoposto alla disciplina del Codice degli Appalti, ha avuto la possibilità di avere non un unico soggetto esecutore ma una numerosa serie di artigiani, tecnici e professionisti, tutti coinvolti nella realizzazione dell’allestimento, che ha avuto inizio con il progetto ma che è arrivato a compimento solo attraverso un lavoro di squadra, in cui tutti sono stati coinvolti e parte del risultato.