Lenzuola, stoffe, asciugamani, tovaglie, tende: si chiama corredo ma è la storia d’Italia e degli italiani. La “dote” è un’idea prima che un baule, è l’infanzia prima del progetto di vita. Per oltre un secolo Manifatture F.lli Gamba ha inciso milioni di iniziali, cucito decori e ricami, steso e tagliato chilometri di tessuto; è entrata nelle case degli italiani, ha cullato nascite matrimoni e anniversari. Oggi quell’antica arte della cura e della relazione è diventata Gamba1918 – accoglienza e servizio all’hotellerie. Dal progetto di una vita all’esperienza di una notte.
Questa storia sa di nonne e di bucato, di lisciva e sapone di marsiglia, di cenere, acqua che scorre fiumi e lavatoi, di macramè tombolo e sangallo, lini stesi ad asciugare, vento caldo e persiane socchiuse. Questa storia è l’elegia del bianco in ogni versione – stropicciato o stirato con l’apretto, comunque purissimo e accecante; è la seduzione assoluta del letto – lenzuola tese a squadro ma anche morbide e avvolgenti. Questa storia profuma di pulito e di lavanda, di infanzia e di comò, di estati a perdifiato, acqua fresca del pozzo e frutti maturi; sa di viaggio e di campagna, di giornate al mare e di doposci, di fine della scuola e vacanze estive, di docce infinite, bagni caldi, notti di neve e pranzi di Natale.
Sa di tessiture e di ricami, sa di lino e di cotone, canapa fiandra e spugna. Ripensare alle tovaglie da dodici, quelle delle grandi occasioni, è un tuffo al cuore. Il rito cominciava dalla scatola, si apparecchiava con ore di anticipo, piatti posate e stoviglie, in religiosa attesa. E poi tutto aveva inizio. Manifatture F.lli Gamba appartiene alla storia del costume italiano: fino al 1995 decine di venditori porta a porta hanno presidiato il core business, al tempo delle vendite rateali, dei pagherò e delle cambiali. Poi sempre più velocemente il mondo è cambiato, sono cambiati i desideri delle antropologie emergenti, e l’orizzonte competitivo ha fatto i conti con la globalizzazione. Sono entrati in gioco altri attori in una filiera che guarda alla mobilità delle persone delle destinazioni, alla cultura delle vacanze del turismo, allo sviluppo del segmento accoglienza. Una nuova missione aziendale ha intercettato il contract che celebra la cultura del su misura nel segmento hotellerie, e così si è rovesciato il modello di business – dalla vendita al servizio. Oggi i vantaggi competitivi avvengono nel funzionamento virtuoso di una triangolazione nuova che vede l’azienda insieme all’hotel e alla lavanderia industriale; insomma, non si stende più, e non solo per l’inquinamento che avvelena le città, ma perché il rooftop è uno spazio pregiato per ristoranti, lounge, spa, piscine. Spazi troppo spettacolari per i fili da stendere e le strisciate ordinate di panni al sole. Il mondo cambia in fretta, e con visione e lucidità Claudio – esperto del settore contract – il fratello Cesare – segmento hotellerie – trasformano l’azienda in un hub di relazioni diverse, dove permane la dimensione produttiva come presidio di qualità manifatturiera – selezione della materia prima e controllo della confezione – accanto a un’infrastruttura costituita dalla rete di lavanderie impegnate non tanto nel noleggio ma nei servizi di lavaggio e stiratura, in modo da gestire i clienti con un efficace e performante rapporto chiavi in mano.
L’anno di grazia è il 2019, quando da 0 si passa a 200 clienti top che corrispondono oggi al 65% del fatturato. I contratti con le lavanderie sono pluriennali, la cultura del servizio – intuita e guidata da Luca – è un upgrade che qualifica e specializza la filiera, a garanzia di una qualità tracciata e riconoscibile. È una sinergia win-win articolata e diffusa da nord a sud che garantisce il cliente, consolida lo sviluppo delle lavanderie industriali in termini di ricerca e sviluppo in chiave green, e modernizza gli aspetti logistici e organizzativi del segmento hotellerie. Ogni lavanderia ha uno stock di biancheria che corrisponde a clienti definiti, la gran parte strutture di alto livello – hotel italiani ed europei, 4 e 5 stelle, collocati in aree metropolitane, accanto a strutture stagionali di qualità, alberghi di montagna, country houses. Chi vuole compra, chi non vuole compra lavaggio e stiratura.
Per loro si studiano pattern e decori, disegni storici come l’immancabile rosa pesarese, o d’autore come quelli di Gianluca Biscalchin, parure tra tessuti e complementi, finiture e ricami personalizzati, spugne e biancherie con nome e cognome. Quegli sbalzi delle scritte dove la tipografia incontra la spugna sono microarchitetture, e i tessuti sono dialoghi tra i materiali, tra trama e ordito. L’elenco delle relazioni eccellenti è lungo, lunghissimo – Hotel Excelsior a Pesaro, Viu Milano, Hotel La Palma Stresa, Villa Spalletti Trivelli a Roma, Palazzo Alvino a Ravello, Hotel Spadai a Firenze – parure da tavola con logotipo ricamato – Cova, Sant’Ambroeus, Turin Palace, Terrazza12. Classico o contemporaneo, chi ha classe e una legacy di allure da proteggere e sviluppare chiede Gamba – una certezza. L’headquartier di Pesaro, al confine con Montellabbate – tra fabbriche storiche circoli dei lavoratori e pescheti, quelli che usano le cassette lunghe e larghe per ordinare le pesche più celebri della zona – è un bell’edificio, un segno che si impone, un cannocchiale che incorpora il paesaggio. In lontananza il Montefeltro, e con esso le reminiscenze delle origini di questa dinastia – Acqualagna, Cagli , Urbino. Alle pareti storici merletti in cornice, scatole di un antico licensing con Mila Schon e Roberto Capucci che trattenevano i tessuti con piccole fettucce, documenti tessili di un archivio sterminato. Dopo oltre 100 anni di storia, alla guida è la quarta generazione – con Cesare che accompagna ci sono Luca e Flavia a rinnovare il futuro che c’è sempre stato.