Il sipario d’artista rappresenta lo spazio che l’uomo, nel corso dei secoli, ha allestito per trasmettere le proprie idee e la propria storia, mediante il linguaggio ammaliante della pittura. Nonostante le tante innovazioni tecnologiche che oggi caratterizzano il teatro contemporaneo, rimane uno dei pochi elementi analogici e di carattere stabile al suo interno. Risulta perciò ostico immaginare di poter conservare un valore artistico e culturale creando una commistione tra antico e moderno. Tuttavia, l’inusuale sipario realizzato dal Maestro Enzo Cucchi per il Teatro La Fenice di Senigallia stravolge l’aspetto tradizionale del velario dipinto creando una stretta connessione con l’architettura del Teatro e la sua storia. Dopo oltre sessant’anni dal terremoto del 1930 che danneggiò il vecchio edificio teatrale, La Fenice venne ricostruita nella medesima area. Risorta in un politeama al di sopra di un reperto archeologico, venne inaugurata insieme al suo sipario, il 5 dicembre 1996.
La fama di cui gode l’artista, la scelta di un supporto in alluminio e gli astratti soggetti raffigurati conferiscono all’opera un “sapore” unico al mondo. In uno stato ancora embrionale, la rossa Creatura rappresenta il cuore energico e pulsante dell’intero edificio, come fosse lo spirito che governa questo luogo. La sua forma rimanda alla sagoma di una chiave, quella necessaria ad aprire un nuovo percorso. Questa sovrasta e osserva dall’alto i simboli storici di Senigallia resi, tramite l’impiego di fibre ottiche, in veri segni di luce. L’inesauribile lavoro si può tradurre, quindi, come elemento di raccordo tra un passato storico e un futuro imminente o già in corso.
Un’opera di questo calibro è stata esposta maggiormente alla critica, generando contestazioni riguardanti vari aspetti. Per una realtà ancora troppo conservatrice, non aver preservato l’antico Teatro ottocentesco significava disinteresse e incompetenza nei confronti del patrimonio culturale della città, riversando ostilità anche nell’inatteso Sipario. Gli studi condotti in questo assunto vogliono dimostrare il valore storico-culturale che l’intero complesso racchiude, nella speranza che la grande opera di Cucchi venga ripristinata nella sua globale valenza. Una seconda versione della parete metallica venne realizzata in tela di pvc ed esposta nel 1997 accanto a Balla, de Chirico, Savinio, Picasso e Paolini in occasione della mostra Sipario allestita al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. La fama di cui gode il museo ha permesso di espandere notevolmente il rinomato valore artistico dell’opera.
Le formelle di Enzo Cucchi
Prima formella:
La Rocca di Senigallia con i pesci disegno e versione luminosa.
Seconda formella:
Il simbolo del fregio della Rocca disegno e versione luminosa
Terza formella:
La Fenice disegno e versione luminosa
Quarta formella:
La Fontana delle Oche disegno e versione luminosa
Quinta formella:
La Campana disegno e versione luminosa